Charlie Hebdo non ha risparmiato nemmeno l’incendio di Notre-Dame, e i leoni da tastiera nostrani sono rimasti a bocca asciutta
Il dualismo Italia-Francia, inesistente nella realtà ma inventato sui social dai leoni da tastiera, ha trovato il suo epilogo - forse - nell'incendio di Notre-Dame
Il dualismo Italia-Francia, inesistente nella realtà ma inventato sui social dai cosiddetti leoni da tastiera ormai da qualche anno, ha trovato il suo epilogo – o almeno così sarebbe auspicabile – questa mattina. Tutto nasce dopo il terremoto di Amatrice, quando il giornale satirico d’oltralpe Charlie Hebdo decide di aprire con una vignetta satirica, irriverente e pungente, considerata da molti irrispettosa, ma in realtà una vera e propria denuncia dell’inadeguatezza antisismica degli edifici italiani, anche in zone ad alto rischio.
L’Italia, ferita profondamente dal terribile sisma che ha causato morte e devastazione, reagisce male alla satira e, se da una parte c’è chi semplicemente finge di ignorare la vignetta, dall’altra c’è chi inizia una battaglia a suon di insulti nei confronti dei cugini francesi. Poi, ancora più di recente, arriva anche la vignetta sul ponte Morandi. E anche in quel caso il veleno, inutile e dannoso, nei confronti di un’intera nazione non viene risparmiato.
Poi, ieri sera, con l’incendio nella cattedrale di Notre Dame a Parigi, ecco che arriva la macabra, ghiotta, occasione per molti ‘italioti’ che di nazionalista hanno ben poco: finalmente i baldi e coraggiosi leoni da tastiera possono dire “Ecco, ve lo siete meritato“; “Ecco, così imparate a gioire delle disgrazie altrui“; “Ecco, ora voglio vedere se quelli di Charlie Hebdo hanno il coraggio di parlare“.
Ebbene, questa mattina ogni dubbio è stato fugato: ‘quelli’ di Charlie Hebdo ce l’hanno il coraggio di parlare, di scrivere e di disegnare, perché è questo che fanno: fanno satira. Può piacere o meno, può essere di cattivo gusto oppure no, può far ridere, può far piangere o può far arrabbiare, ma fanno satira, e questi sono gli effetti che devono ottenere. La satira, vecchia come il mondo, si scontra da sempre contro la mancanza di cognizione e di conoscenza, ma poco male: Charlie Hebdo, come sempre, ha scavato una ferita aperta e ha fatto male. Anche ai propri connazionali. Anche, e soprattutto al proprio presidente, Emmanuel Macron, soggetto della vignetta, denigrato e preso in giro per le sue mancanze evidenti. Il ‘sacro’ rogo di Notre-Dame è stato ‘dissacrato’ dai giornalisti satirici. Ma tanto, come si sono affrettati a scrivere i leoni da tastiera per correggere il tiro e continuare ad avere un motivo per odiare qualcuno – e soprattutto per ridimensionare quanto accaduto a Parigi ieri sera -, “Cosa vuoi che sia un incendio in una chiesa? E’ solo un edificio, mica è morto qualcuno“.
Ed è vero: non è morto nessuno. E’ solo un edificio, come dicono, non è una tragedia, sono solo mattoni e non vite umane; ma chi continua ad essere convinto di tutto questo, chi continua a pensare che con quella guglia e con quella volta non abbiamo perso un patrimonio ingente, non può e non capirà mai quanta vita c’è in quegli ‘oggetti’, quanta umanità, quanto vissuto, quanta arte, quanta identità storica. Notre-Dame, per l’ennesima volta, sarà ricostruita e molto probabilmente l’evento di stanotte frutterà altre opere di grande ingegno, artistico e culturale, così come accadde per Victor Hugo. Perché anche se stiamo facendo di tutto per imbruttirla, la mente umana è un pozzo senza fondo di genialità, e la genialità, anche in mezzo al buio dei tempi, riesce a trovare la luce. Proprio come accadeva entrando nella cattedrale di Notre-Dame, quando si volgevano gli occhi verso il suo magnifico rosone e ci si accorgeva che tutta la luce del mondo cercava di entrare nell’edificio, oltrepassando quelle magnifiche vetrate policrome.