L’emergenza cavallette continua ad aggravarsi in Medio Oriente, particolarmente in Arabia Saudita, nel sud-est dell’Iran e nel sud-ovest del Pakistan. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), in Arabia Saudita, una seconda generazione si sta avviando verso la fine lungo la costa del Mar Rosso, mentre all’interno delle Paese, gruppi di cavallette adulte hanno deposto le uova tra Gassim e Hail. Le squadre aeree e a terra hanno trattato oltre 76.000 ettari finora nel 2019. I video in fondo all’articolo testimoniano tuta la gravità della situazione.
“Purtroppo, il problema cavallette non è stato affrontato radicalmente e quindi un alto volume di sciami di cavallette è migrato in Iran alla ricerca di cibo”, ha dichiarato Hamid Dolari, capo del dipartimento di fitoprotezione del Ministero dell’Agricoltura Jihad dell’Iran. Se le cavallette depongono le uova prima di lasciare il Paese, l’Iran sostituirà l’Arabia Saudita come “hub” delle voraci cavallette del deserto. Secondo il sito web del Ministero dell’Agricoltura del Paese, gli insetti avrebbero gravemente contaminato le province di Bushehr, Fars, Hormozgan, Khuzestan, Sistan e Belucistan, così come parti della più grande provincia dell’Iran, Kerman. 200.000 ettari di terra agricola in Iran potrebbero essere devastati dagli insetti, secondo le autorità. L’invasione delle cavallette si trasformerebbe dunque in una crisi, insieme a quella delle alluvioni che recentemente hanno devastato il Paese.
In Pakistan, un piccolo sciame è apparso sulla costa sudoccidentale a metà marzo, seguito poi da diversi gruppi di cavallette adulte che hanno depositato le uova. La schiusa è iniziata nella prima parte di aprile. Le squadre di controllo hanno trattato oltre 600 ettari finora. Piccoli numeri di adulti maturi sono presenti nell’interno della provincia di Belucistan, dove è attesa una moltiplicazione.
Le invasioni di cavallette del deserto minacciano la produzione agricola in Africa, Medio Oriente e Asia da secoli. La sopravvivenza di almeno un decimo della popolazione mondiale può essere colpita da questi voraci insetti. Persino un piccolo sciame mangia in un giorno la stessa quantità di cibo di circa 35.000 persone, consumando tutte le coltivazioni e la vegetazione che incontra sul suo cammino, distruggendo così i mezzi agricoli di sussistenza delle popolazioni locali, portandole verso una possibile carestia.