Chiara Righi si è laureata all’Università di Genova nel 2015 con una tesi di Laurea Magistrale in Fisica di ambito “Astrofisica e Cosmologia”, avendo come relatori Andrea La Camera e Silvano Tosi, dell’Università di Genova, e Marco Landoni, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Per la redazione e lo sviluppo della sua tesi, Chiara aveva fotografato, già 4 anni fa, la galassia ellittica gigante M87, recentemente balzata agli onori delle cronache. Si tratta infatti dell’oggetto al cui interno è stato per la prima volta immortalato un buco nero supermassiccio, un vero mostro del cielo capace di contenere la massa di circa 6 miliardi di stelle come il nostro Sole.
M87 dista dalla Terra ben 55 milioni di anni luce. Con un network mondiale di radiotelescopi, il progetto Event Horizon Telescope ha osservato molto da vicino la regione centrale di M87, fino al cosiddetto orizzonte degli eventi del buco nero, determinandone per la prima volta massa e caratteristiche di accrescimento.
La foto, ripresa dalla dott.ssa Righi grazie al telescopio da 81cm ubicato nel Parco dell’Antola (Val Trebbia, comune di Fascia, GE), non potendo, per limiti strumentali, eguagliare la foto dell’Event Horizon Telescope pubblicata ufficialmente il 10 aprile u.s., evidenzia comunque il getto relativistico di particelle accelerate che fuoriescono dalla zona centrale della Galassia.
Nelle immagini allegate si può osservare il nucleo della galassia M87, regione che ospita il buco nero; in particolare in basso a destra, si nota l’emissione del getto relativistico che punta a circa 20 gradi rispetto al nostro angolo di vista. Le immagini, rese in falsi colori, sono ottenute con un singolo scatto con esposizione di 5 minuti con filtro R.
Un plauso quindi alla studentessa, ora impegnata all’Osservatorio Astronomico di Brera-Merate, istituto di ricerca d’eccellenza riconosciuto a livello mondiale, confluito nel 2001 nell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Chiara ha continuato ad occuparsi dello studio delle galassie che ospitano buchi neri supermassicci, effettuando studi sui getti relativistici e su neutrini di alta energia che sembra possano essere originati da questi veri e propri acceleratori di particelle cosmici.