Gli attivisti di Greenpeace hanno scelto di attirare l’attenzione sulle trivellazioni nel continente Artico salendo su una piattaforma petrolifera nel nord della Norvegia. I quattro membri dell’organizzazione ambientalista provenienti da Norvegia, Svezia, Danimarca e Germania si sono arrampicati sulla piattaforma petrolifera West Hercules nei pressi del villaggio di Rypefjord, per protestare contro le trivellazioni.
“Mentre in tutto il mondo crescono i movimenti di protesta che chiedono azioni reali contro il cambiamento climatico, la piattaforma di Equinor si sta preparando per una stagione di trivellazione petrolifera nelle acque artiche del mare di Barents“, dichiara Greenpeace.
Le perforazioni anche se autorizzate dal governo norvegese, spiegano gli ambientalisti, sono “sotto esame in una causa costituzionale per porre fine alle estrazioni petrolifere artiche in Norvegia“. La protesta di Greenpeace arriva a poche settimane di distanza dallo sciopero per il clima che ha coinvolto anche decine di migliaia di di studenti norvegesi. Nelle richieste dei ragazzi c’era appunto lo stop alle nuove esplorazioni per petrolio e gas nel Paese. “Trivellare l’Artico mentre la regione si scioglie più velocemente che mai è una completa pazzia – afferma Frode Pleym, a capo di Greenpeace Norvegia – Siamo di fronte a un’emergenza climatica e dobbiamo fermare le perforazioni: è per questo che oggi stiamo protestando pacificamente“.