Le cause dell‘incendio divampato nella cattedrale di Notre Dame a Parigi non sono ancora state chiarite del tutto. L’origine dolosa, sospettata inizialmente, sembra essere diventata un’ipotesi sempre meno plausibile. Potrebbe essere stato un corto circuito, o un’altro tipo incidente ancora non individuato. Sul caso si è espresso anche Renzo Piano, precisando che gli incidenti sui cantieri “non sono fatalità”. In ogni caso, a prescindere dal come e dal perché si siano originate le prime fiamme, ciò che è certo è che le teorie complottiste non si sono risparmiate e hanno dato il meglio di sé.
Effettivamente, a ben pensarci, gli ‘ingredienti’ per un complotto davvero degno di questo nome ci sono tutti: una cattedrale cristiana; un simbolo dell’arte e della cultura occidentale; una capitale tra le più note e amate al mondo; un Paese con un passato – e un presente – colonialista; l’inizio della Settimana Santa. Ma non basta. Perché c’è un altro grande e importante fatto di cronaca che sta facendo molto discutere l’opinione pubblica parigina e non solo: poche ore prima dell’incendio, Ines Madani, una “jihadista” ventiduenne a processo con l’accusa di fare parte di una rete di reclutamento di combattenti per la guerra in Siria, è stata condannata a 8 anni. Madani è coinvolta, tra le altre cose, nell’inchiesta sul tentativo fallito di dare alle fiamme proprio la Cattedrale di Notre Dame. Il ‘colpaccio’ era stato tentato dai jihadisti, Madani in primis, nel 2016 quando avevano cercato di far saltare in aria, vicinissimo alla chiesa, una Peugeot 607 riempita con sei bombole di metano. Il processo per quell’attentato, fallito solo per un caso fortuito, è previsto per settembre.
Agli ingredienti già di per sé allettanti del nostro ipotetico complotto, dunque, va a sommarsene un altro ancora più convincente: la vendetta. C’è da dire, a ragion del vero, che in base ai primi elementi dell’indagine i pm francesi hanno quasi escluso il dolo, ipotizzando si sia trattato di un incendio accidentale scoppiato nel cantiere del restauro. Ma i dubbi restano, anche perché il rogo è stato così vasto che ancora non si è riusciti a trovarne l’effettiva origine. E ad aggravare i dubbi è arrivato un video in cui si vede un uomo non ben identificato camminare tranquillamente lungo il colonnato che collega la torre Nord con la torre Sud, sulla facciata di Notre-Dame. E il video in questione, girato da una delle tante telecamere televisive giunte sul posto, è stato filmato in un momento in cui tutti gli operai avevano lasciato il sito.
Le due torri in questione, quelle tra le quali si vede camminare l’uomo, non sono state coinvolte dall’incendio, ma è sull’uomo che si sono concentrati i ‘complottisti’, a torto o a ragione. Perché la persona in questione sembra indossare una tunica e un copricapo islamici. Sarà suggestione? Difficile dirlo. La scena è stata immortalata in un momento in cui le fiamme avevano già avvolto il tetto dell’edificio, dunque i vigili del fuoco parigini erano già al lavoro per domare le fiamme. Si tratta di circa quattrocento pompieri, alcuni dei quali si trovavano ovviamente all’interno dell’edificio. L’uomo che cammina lungo il colonnato, secondo coloro i quali non credono alla teoria del complotto, sarebbe dunque un vigile con una giacca e un gilet catarifrangente, forse uno di quelli che hanno contribuito a mettere in salvo le opere d’arte custodite nella chiesa.
Una teoria, quest’ultima, plausibile, se non fosse che gli indumenti indossati dall’uomo – tunica o giubbotto che sia – sembrano essere bianchi, colore non utilizzato dai pompieri parigini, che fino al 2017 erano vestiti di blu scuro e da quell’anno in poi hanno adottato le divise color arancio fluo. In ogni caso non è dato sapere con certezza se si tratta di un “soldats de feu” o di un ipotetico attentatore, ma il video ha comunque catturato un momento topico dello spegnimento del vasto incendio e siamo certi che diventerà l’emblema stesso di ogni teoria complottista a riguardo.
Parigi: l’incendio a Notre Dame e l’uomo che cammina tra le fiamme [VIDEO]