Le inondazioni e le forti piogge che hanno colpito 4 Paesi tra Medio Oriente e Asia hanno lasciato almeno 86 morti, decine di migliaia di sfollati e aggiunto miseria alle persone delle povere aree rurali che avevano sofferto a lungo a causa della siccità. Le piogge eccezionalmente intense si sono mescolate allo scioglimento della neve sulle montagne e hanno colpito le terre aride incapaci di assorbire l’acqua, con effetti disastrosi in Afghanistan, Iraq, Siria e soprattutto Iran. Circa 400 città in 15 province iraniane sono state inondate dopo settimane di piogge torrenziali, ha dichiarato il ministro dell’interno iraniano Abdolreza Rahmani-Fazli, mentre per i prossimi due giorni sono previste ancora ulteriori piogge.
Solo in Iran, sono almeno 44 le persone uccise dalle devastanti piogge e inondazioni e il numero potrebbe ancora tragicamente salire a causa del livello dell’acqua che continua ad aumentare in alcune località del Paese, mentre decine di migliaia di famiglie sono sfollate. Altre 41 persone hanno perso la vita nell’Afghanistan occidentale, dove quasi 13.000 case sono state parzialmente o completamente distrutte in 4 province. “Milioni di persone hanno bisogno di immediata assistenza umanitaria e di una via d’uscita da questa crisi prolungata. Le inondazioni sono l’ultimo disastro a testare duramente la resistenza delle persone già arrivata al collasso dopo la siccità”, ha dichiarato Nilab Mobarez, segretario generale di Afghan Red Crescent. Le piogge e le inondazioni hanno anche costretto i cittadini ad evacuare le loro case nell’Iraq sudorientale e colpito i campi profughi della Siria settentrionale, dove almeno una persona ha perso la vita.
In Iran, le inondazioni in corso sono state aggravate negli ultimi giorni dall’arrivo di un altro sistema di tempesta che ha portato ancora altre piogge intense. Precipitazioni di 50-100mm sono state comuni su tutto l’Iran occidentale, con quantitativi fino a 150mm. Anche Teheran ha subito inondazioni localizzate, con la quantità di oltre un mese di pioggia caduta solo durante la scorsa settimana. Nella provincia di Lorestan, nell’Iran sudoccidentale, diverse grandi dighe sono a rischio tracimazione e il governatore ha avvisato sull’imminente evacuazione delle famiglie. Centinaia di ponti sono stati spazzati via e migliaia di strade sono bloccate dalle inondazioni e dalle frane, ostacolando i tentativi di soccorso e recupero. Oltre 140 fiumi nel Paese hanno rotto gli argini e sono esondati. Anche la principale linea ferroviaria che connette Teheran al sud del Paese è stata bloccata dalle inondazioni. Le autorità stimano che siano almeno 25.000 le case distrutte in tutto il Paese e altre 60.000 quelle danneggiate.
A Khorramabad, città capoluogo di Lorestan, “l’acqua ha raggiunto i 3 metri in alcune zone”, riportano i media locali, mentre altre aree sono “completamente sommerse con i residenti bloccati sui tetti”. Il direttore provinciale della Red Crescent, Sarem Rezaee, ha dichiarato di aver perso i contatti con gran parte dell’area: “I telefoni non funzionano, le nostre radiocomunicazioni sono interrotte. In questo momento non abbiamo notizie di altre città. Abbiamo richiesto aiuto alle province vicine ma in questo momento nessuno può fare niente”. Infatti, i velivoli che avrebbero potuto essere impiegati per aiutare le aree colpite dal maltempo non sono in grado di decollare a causa delle pessime condizioni meteo. L’aeroporto di Khorramabad è allagato, con l’acqua che ha sommerso la pista, mettendo fuori gioco il principale collegamento aereo con il resto del Paese. Le autorità di Lorestan hanno ordinato le evacuazioni in molte regioni, portando le forze armate ad allontanare con la forza coloro che non intendevano seguire le direttive.
Le inondazioni e quello che molti hanno criticato come la lenta e inefficace risposta del governo durante le settimane seguenti alle festività del Capodanno Persiano hanno già innescato la lotta politica, con i sostenitori del governo del Presidente Hassan Rouhani e la Guardia Rivoluzionaria che si punzecchiano l’un l’altro. Nel frattempo, il capo dell’Iranian Red Crescent Society, Ali Asghar Peyvandi, ha avvisato che le sanzioni statunitensi sul settore bancario del Paese stanno ostacolando l’arrivo di donazioni internazionali, sostenendo che “non c’è la possibilità di trasferimenti di denaro da altri Paesi”.
Si tratta del terzo grande evento di inondazioni nelle ultime 2 settimane in Iran e non c’è stata tregua dalle inondazioni precedenti. Il primo evento si è verificato nel nord-est del Paese il 19 marzo e il secondo ha colpito le parti occidentali e sudoccidentali il 25 marzo.
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