Il 39,9% degli italiani è colpito da una malattia cronica (pari a più di 23 milioni di cittadini). Ma solo il 50% di questi pazienti assume i farmaci in modo corretto: spesso infatti seguono le indicazioni del medico con discontinuità o abbandonano la cura dopo un breve periodo. Il problema diventa esponenziale negli anziani, toccando percentuali superiori al 70%. Con pesanti conseguenze che diventano particolarmente importanti in Italia, primo Paese in Europa per indice di vecchiaia. I possibili risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale legati ad una migliore aderenza alla terapia ammontano a 11,4 miliardi di euro ogni anno, ottenibili attraverso minori eventi avversi, inferiori accessi ai pronto soccorso e ospedalizzazioni e minore spesa farmaceutica. Proprio per sensibilizzare cittadini e Istituzioni sull’importanza dell’aderenza terapeutica è stato presentato in Senato un disegno di legge che prevede l’istituzione della Giornata Nazionale dell’aderenza alla terapia per il 12 aprile, giorno di San Giuseppe Moscati, medico napoletano che ha dedicato la vita professionale a curare gratuitamente i poveri.
Il Disegno di Legge è stato richiesto a gran voce dal Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia (CIAT), che riunisce società scientifiche, medici (FNOMCeO, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), farmacisti (Federfarma), infermieri (FNOPI, Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), Istituzioni e associazioni di pazienti. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini, i pazienti, chi li assiste e le Istituzioni sull’importanza di seguire correttamente le cure per migliorare il proprio stato di salute in vista di un invecchiamento positivo e di una sana longevità.
“È facile prevedere come, senza un complessivo ripensamento del funzionamento del Sistema Sanitario, in pochi anni si possa correre il rischio di un ‘default’ dello stesso, a fronte di una crescita progressiva del numero di ‘senior’ – nel 2018 il 22,3% della popolazione, ma il 30% nel 2050 – che già oggi ‘consuma’ il 67,5% della spesa sanitaria – si legge nel disegno di legge -. I soggetti anziani sono i maggiori consumatori di farmaci; oltre il 90% degli ultrasessantacinquenni riceve una o più prescrizioni di farmaci. Circa il 50% dei soggetti più anziani ricevono ?5 e il 10% ?10 farmaci. Esistono prove incontrovertibili che dimostrano come un’alta percentuale di pazienti, soprattutto quelli più anziani, mostri un’aderenza limitata al trattamento, con pesanti effetti negativi di questo comportamento sui benefici attesi dalla cura e conseguenti aumenti di costi per il Servizio Sanitario”.
“Il problema dell’aderenza riguarda in particolare gli anziani, infatti l’11% degli over 65 (circa 1 milione e 500mila persone in Italia) deve assumere ogni giorno 10 o più farmaci – afferma Vincenzo Mirone, responsabile scientifico di CIAT –. Il lavoro da fare per migliorare i comportamenti dei pazienti è ancora tanto: in particolare, in Italia, solo il 57,7% dei pazienti aderisce ai trattamenti antipertensivi, il 63,4% alle terapie ipoglicemizzanti per la cura del diabete, il 40,3% alle cure antidepressive, il 13,4% ai trattamenti con i farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie e il 52,1% alle cure contro l’osteoporosi. Percentuali che non hanno subito variazioni di rilievo nel corso degli anni, con notevoli costi clinici e sociali.”
Per CIAT la Giornata Nazionale per l’aderenza alla terapia rappresenta il punto di partenza per la grande campagna di Comunicazione Nazionale “Io aderisco. Tu che fai?” che prevede la realizzazione di attività all’interno dei Centri Sociali per Anziani, con la collaborazione di Senior Italia FederAnziani; la realizzazione di Feste della famiglia sul territorio destinate a coinvolgere i caregiver (dai figli ai nipoti) insieme a pazienti e medici, per costruire una solida e duratura alleanza che veda tutti gli attori focalizzati per implementare l’aderenza dell’assistito/familiare; attività all’interno delle scuole, per instaurare un percorso formativo tale da sensibilizzare i giovani sul tema aderenza e sul loro ruolo di “guardiani” della salute dei loro genitori/nonni; una campagna di comunicazione attraverso la realizzazione di materiali a fumetti e spot televisivi.
Tra i testimonial d’eccezione della campagna sull’aderenza è il cantante e conduttore televisivo Claudio Lippi.
CIAT (Comitato Italiano per l’Aderenza alla Terapia)
Sono previsti momenti di confronto e formativi, ma anche di gioco e coinvolgimento per i più giovani. Soprattutto nei confronti degli anziani, figli e nipoti possono fare molto per aiutare, sostenere e supportare i nonni nel percorso di cura.
Informazioni sull’aderenza alla terapia
L’aderenza è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “il grado in cui il comportamento di una persona – nell’assumere i farmaci, nel seguire una dieta e/o nell’apportare cambiamenti al proprio stile di vita – corrisponde alle raccomandazioni concordate con i sanitari”. Rappresenta quindi il livello di coincidenza tra il comportamento del paziente e le indicazioni date dal medico, includendo l’attitudine della persona a conformarsi alle raccomandazioni del sanitario, in tutti quei comportamenti che concorrono alla piena adesione al percorso di cura, dalle prescrizioni farmacologiche o di follow up, alle indicazioni relative alla dieta fino ai suggerimenti per un cambiamento dello stile di vita. In un report dell’OMS dedicato interamente a questo tema, la stima dell’aderenza nei pazienti che soffrono di malattie croniche risulta solo del 50% nei Paesi sviluppati, mentre l’impatto della scarsa aderenza, nei Paesi in via di sviluppo, è ancora più elevato, data l’insufficienza di risorse sanitarie e le disuguaglianze nell’accesso alle cure.
La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. La popolazione anziana è quella più a rischio sotto il profilo dell’aderenza alle terapie, soprattutto in compresenza di più patologie. L’Italia è al secondo posto in Europa per indice di vecchiaia, con intuibili conseguenze sull’assistenza sanitaria a causa del numero elevato dei malati cronici. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
I costi
L’aderenza terapeutica rappresenta un problema non solo clinico ma anche economico di crescente rilievo in molti Paesi: alcuni studi americani riportano che il 30-50% degli adulti non segue adeguatamente le prescrizioni di farmaci a lunga durata, con sprechi per circa 100 miliardi di dollari all’anno negli USA, ed il paziente a maggior rischio di non aderenza è rappresentato dall’anziano in politerapia. Il rapporto PGEU 2012 (Pharmaceutical group europeo del 2012), riporta i dati di mortalità in Europa per mancata aderenza terapeutica o per errori di dosaggio o assunzione di farmaci: 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri. Secondo i dati del Centro Studi SIC Sanità in Cifre di FederAnziani, diagnosi precoce e sviluppo dell’aderenza alla terapia possono determinare fino a 19 miliardi di euro di risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale e un significativo miglioramento in termini di salute per l’intera popolazione dei malati cronici: in particolare un risparmio di 3,7 miliardi di euro può derivare da una più rapida emersione della patologia, con maggiore prevenzione e un minore costo medio della terapia per paziente; 3,8 miliardi di euro sarebbero recuperati sul fronte della riduzione della diagnostica e dell’avvio precoce del trattamento, con minori prestazioni diagnostiche, minori tempi di attesa, maggiore efficienza del personale ospedaliero; fino a 11,4 miliardi, infine, verrebbero risparmiati con la maggiore aderenza alla terapia, quindi minori eventi avversi, inferiore accesso a pronto soccorso e ospedalizzazione e minore spesa farmaceutica.