Maltempo Alto Adige: rafforzato il monitoraggio sul bostrico

Dopo il maltempo dell'autunno scorso, attenzione massima per la proliferazione del bostrico nei boschi dell'Alto Adige
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Dopo la tempesta di vento che ha interessato l’Alto Adige lo scorso autunno, un altro fenomeno naturale ad essa strettamente collegato si sta guadagnando l’attenzione di chi gestisce il bosco. Si tratta del proliferare del bostrico (Ips typographus), un coleottero scolitide che vive a spese di piante indebolite, ma anche di piante a terra, finché il substrato è fresco.

Rischio proliferazione del bostrico

Il bostrico è un parassita considerato molto pericoloso che colpisce alberi malati, morti o abbattuti, i cui aghi diventano giallognoli e quindi rossiccio-marroncini, per poi cadere nel giro di alcune settimane, partendo da quelli più in cima. “In Alto Adige – spiega il direttore della Ripartizione foreste, Mario Broll – sulla base dell’andamento climatico e della presenza sul terreno di piante schiantate e non ancora sgomberate, ci sono le condizioni per una pullulazione di massa del bostrico con effetti spiacevoli per il bosco e le sue funzioni. Le passate esperienze all’indomani dei grossi schianti in Centro-Europa mostrano che la situazione va tenuta sotto stretta osservazione“.

Rete di monitoraggio sovraprovinciale

Per questo motivo la Ripartizione Foreste, che da decenni dispone di una capillare rete di monitoraggio dei danni boschivi, ha deciso di infittire la sua rete di rilevamento in modo mirato per questo insetto. Si tratta in realtà di una rete di monitoraggio a scala sovraregionale, che andrà a coprire tutta l’area interessata dal maltempo dello scorso autunno: dunque, accanto alla Provincia di Bolzano, anche la Provincia di Trento, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Il supporto scientifico verrà offerto dallo staff dall’Istituto di Entomologia dell’Università di Padova guidato dal professor Andrea Battisti.

Trappole distribuite sul territorio

La nostra parte di monitoraggio – spiega Broll – consisterà in una rete di  complessive 100 trappole con ferormoni, che verranno svuotate a intervalli di tempo regolari dai nostri forestali; tali trappole verranno posizionate nelle 4 macroaree interessate dall’evento, ben distribuite sul territorio in modo da essere rappresentative delle diverse situazioni. In questo modo si potrà indagare su scala provinciale e sovraregionale il fenomeno nella sua intensità e distribuzione spaziale e temporale, ottenendo preziose indicazioni per il successivo trattamento del bosco. Va aggiunto che la gestione del bosco metterà al centro, come fatto finora, il mantenimento e il ripristino delle funzioni ecologica e protettiva dello stesso“.

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