Un terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito le Filippine centrali appena un giorno dopo il sisma di magnitudo 6.1 verificatosi nel nord del Paese. Scuole e uffici sono rimasti chiusi a San Julian, sull’Isola di Samar, dove sono state riportate fratture nelle strade, su piccoli edifici e su una chiesa. L’elettricità è stata volontariamente interrotta in via precauzionale dopo il sisma, riportano le autorità. Non ci sono immediate notizie di vittime o danni importanti a causa del secondo terremoto, ma l’agenzia di sismologia nazionale (Phivolcs) ha dichiarato che potrebbero esserci stati danni.
L’epicentro del sisma è stato nella provincia orientale di Samar, a 13 km da Tutubigan, ad una profondità di 70,2km, secondo il Servizio Geologico statunitense (USGS). I residenti sono fuggiti allarmati dalle case e dagli uffici in cerca di riparo. Secondo Phivolcs, i due forti terremoti non sono collegati l’uno all’altro, aggiungendo che nei prossimi giorni potrebbero verificarsi scosse di assestamento. Il terremoto di ieri ha provocato almeno 15 vittime e 24 dispersi, danneggiando gli edifici e un aeroporto nel nord delle Filippine.
Terremoto nel nord delle Filippine: almeno 15 morti e 24 dispersi [GALLERY]
Il sindaco Condralito dela Cruz ha dichiarato che nel corso della notte, i corpi di 4 vittime sono stati estratti dalle macerie di un supermercato crollato nella città di Porac. I soccorritori utilizzano gru e unità cinofile per cercare di rintracciare le persone sepolte sotto le macerie, alcune delle quali sono state udite gridare aiuto. Le autorità hanno inserito un tubo per soffiare ossigeno nella speranza di aiutare le persone intrappolate a respirare. Stamattina, i soccorritori hanno estratto un uomo vivo dalle macerie, accompagnato da applausi. “Siamo tutti molto felici, molti hanno applaudito in sollievo perché stiamo ancora trovando sopravvissuti dopo diverse ore”, ha dichiarato Maynard Lapid, consigliere di Porac.
Secondo Rogelio Pacelo, 39 anni, è stato un miracolo riuscire a fuggire dal supermercato crollato a Porac, dove si trovava insieme alla moglie e al figlio di 6 mesi. Le prime a crollare sono state le travi del supermercato, ha raccontato, poi si è tutto riempito di polvere mentre i detriti cadevano ovunque. Pacelo ha pensato che non ci fosse via d’uscita fin quando un impiegato del supermercato li ha portati ad un’uscita: “Ho pensato che succede solo nei film. Ho chiesto a Dio: “Signore, è la mia ora?”. Ho pensato che fosse la fine del mondo, che fossimo finiti”.
Tutti erano sanguinanti, gridavano nel panico, ma Pacelo e il suo bambino sono riusciti ad uscire indenni tra la polvere, i vetri in frantumi e i detriti che venivano giù dalla struttura, mentre la moglie ha riportato solo ferite minori. “È stata dura. Abbiamo chiesto pietà al Signore. Non avevamo scelta”, ha aggiunto. Pacelo ha raccontato di aver visto decine di persone ferite lasciare l’edificio, ma molte potrebbero essere ancora intrappolate sotto le macerie. La devastazione nella città di Porac è stata enorme, tanto che le autorità hanno dichiarato lo stato di calamità.
Sono state registrate oltre 400 scosse di assestamento, la maggior parte delle quali non è stata avvertita dalla popolazione. La stima preliminare dell’USGS è che siano oltre 49 milioni le persone esposte ai tremori del terremoto, con oltre 14 milioni che hanno avvertito tremori moderati o più forti. A Manila, migliaia di impiegati negli uffici sono corsi fuori dagli edifici nel panico, alcuni indossando dei caschi, e i residenti hanno lasciato le loro case, mentre il suolo tremava. Le persone hanno descritto il movimento del suolo come onde del mare.
Uno dei Paesi più soggetti a disastri in tutto il mondo, le Filippine sono frequentemente colpite da terremoti ed eruzioni vulcaniche poiché si trovano sul cosiddetto “Anello di Fuoco” del Pacifico, un arco di vulcani e linee di faglia sismicamente attivo nel Pacifico. Un terremoto di magnitudo 7.7 ha ucciso quasi 2.000 persone nel nord delle Filippine nel 1990.