I sogni son desideri recitava una canzone, ma non tutti i sogni sono positivi, liberatori e pieni di speranza. Infatti spesso le nostri notti sono agitate e popolate da quantomai reali incubi, ma cosa si nasconde dietro questi inopportuni compagni notturni?
Dei ricercatori finlandesi, svedesi e britannici hanno scoperto dove nascono queste emozioni negative, che sono legate ad ansia e paura, e che si trasformano in incubi. Ebbene, la “culla” è nella parte del destra del cervello. Lo studio, pubblicato sul “Journal of Neuroscience“, ricorda che ogni persona sogna in media 100 minuti a notte e che il cervello, anche nel sonno, resta molto attivo.
E proprio quando questa attività è maggiore nell’emisfero destro si produce più rabbia che sfocia in un brutto sogno. Per dimostrarlo è stato osservato un campione 17 volontari per 2 notti: 7 uomini e 10 donne in buona salute, che sono stati sottoposti a un elettroencefalogramma durante il sonno. Ed è stata studiata la loro asimmetria frontale alfa, ovvero lo squilibrio tra l’attività delle due parti del cervello.
Una volta che i volontari erano nel cosiddetto sonno paradossale, la fase più feconda per la “produzione” di sogni (in cui l’attività del cervello è più vicina a quella del risveglio), sono stati svegliati dopo 5 minuti e invitati a descrivere le loro emozioni.
“Le persone che avevano una maggiore attività nella parte destra del cervello durante il sonno si presentavano più rabbiose al risveglio“, afferma Pilleriin Sikka, ricercatrice all’Università di Turku (Finlandia), tra gli autori dello studio. Poiché la “produzione” degli incubi è legata alla gestione delle emozioni, le persone più emotive presentavano un’asimmetria frontale alfa particolarmente significativa. Inoltre lo studio mostra anche che la rabbia che si prova subito dopo il risveglio e quella durante il sonno potrebbero essere regolate dallo stesso meccanismo. “I nostri risultati dimostrano che la rabbia provata nei sogni ha le stesse origini neuronali di quella che ci influenza in uno stato di coscienza“, aggiunge la ricercatrice.
Inconsciamente, la corteccia frontale destra del cervello permette attraverso gli incubi di “digerire“, come fosse una valvola di decompressione, i sentimenti troppo pesanti da affrontare durante il giorno.
Anche se condotto su un ristretto campione di volontari, lo studio potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere come le persone gestiscono le loro emozioni quando hanno un incubo e a trattare i disturbi legati al sonno, quali ansia, depressione e insonnia.