Un pescato abbondante, ricco però di plastica e tanti altri rifiuti. La legge Salvamare è già attiva da diversi mesi nel Golfo di Napoli. I pescatori della penisola sorrentina e di Ischia e Procida si sono già attivati, anticipando di qualche mese la legge (che permette ai pescatori di portare rifiuti a terra senza incorrere in sanzioni), approvata dieci giorni fa su proposta del Ministro dell’Ambiente Costa. Nei mesi invernali numerose cooperative di pesca hanno infatti partecipato al progetto Fishing For Litter, coordinato dalle Aree Marine Protetta di Punta Campanella in costiera e Regno di Nettuno nell’isola verde. Un’ iniziativa per la quale il direttore delle due aree marine, Antonino Miccio, è stato insignito ieri alla Mostra d’oltremare del premio Vesuvio Verde, promosso dai Verdi e da Bidonville. Un premio per aver anticipato l’iniziativa del ministero, cominciando a coinvolgere i pescatori nella tutela e pulizia del mare.
“Questo premio lo condivido con i pescatori, la citta Metropolitana di Napoli e i numerosi comuni della penisola sorrentina e di Ischia e Procida che hanno condiviso e partecipato al progetto – sottolinea Antonino Miccio, direttore delle due Aree Marine Protette – Ora, con l’ottima legge voluta dal ministro Costa, bisognerà proseguire sulla strada intrapresa e anche ampliare la platea dei pescatori e dei siti coinvolti.”
Il progetto fishing for litter è partito nell’autunno scorso, grazie a un finanziamento della Città Metropolitana di Napoli, con il coordinamento delle due aree marine protette in costiera e nelle due isole. In penisola Sorrentina, circa 30 barche di pescatori, 5 cooperative e 3 pescatori singoli hanno aderito con la collaborazione dei comuni di Massa Lubrense, Sant’Agnello, Piano di Sorrento e Vico Equense. Grande partecipazione anche a Ischia e Procida con quasi 100 imbarcazioni coinvolte nel progetto. I pescatori, grazie a specifiche convenzioni, hanno potuto portare a terra, differenziando e riciclando, una gran quantità di rifiuti, cosa che prima non potevano fare visto che rischiavano un’imputazione per smaltimento illecito.
I numeri del “pescato” sono molto importanti e significativi. Circa 5 tonnellate di rifiuti rimossi dal mare del golfo, con il 78 per cento del materiale finito nelle reti formato da plastica, il nemico numero uno dei nostri mari. Poi metallo, vetro, attrezzi da pesca e anche rifiuti sanitari, in particolare i cotton fioc, banditi in Italia dal 2019, con due anni di anticipo rispetto alla regolamentazione europea.
Il problema della plastica e, soprattutto delle microplastiche in mare, è diventato un’emergenza mondiale visto che questi rifiuti finiscono poi sulle nostre tavole, essendo ingeriti dagli organismi marini.
Con la legge Salvamare e progetti come Fishing for litter si dà la possibilità ai pescatori di rimuovere una gran quantità di rifiuti senza incorrere in sanzioni e procedimenti penali. Un passo in avanti significativo che ha già visto i primi risultati concreti nel Golfo di Napoli.