E’ stato inaugurato ieri sera con una grandissima festa, partecipata da migliaia di persone, il nuovo Planetario di Cosenza intitolato all’astronomo cosentino Giovan Battista Amico. Un luogo che accogliera’ quanti vorranno scoprire i segreti della volta celeste: il planetario ospita 113 poltrone basculanti e roteanti ed e’ dotato del proiettore ottico starmaster “Zmp” della Zeiss, unico in Italia e tra i migliori d’Europa, capace di proiettare nella cupola fino a quattromila stelle. Un sistema di proiezione che rappresenta quanto di piu’ avanzato esista attualmente in Italia e che risulta tra quelli piu’ all’avanguardia sia in Europa che nel mondo. “Il Planetario – ha detto il sindaco Mario Occhiuto – non e’ solo un’opera pubblica. E’ un’opera che migliora la vita delle persone che vivono in citta’. Con il planetario restituiamo un altro pezzo di citta’ alla vita e alla fruizione sociale. Un presidio culturale con il quale abbiamo avviato una concreta forma di collaborazione con l’Universita’ della Calabria“.
Lo starmaster di cui e’ dotato il Planetario di Cosenza e’ integrato da altri sei proiettori digitali che possono funzionare autonomamente o sincronizzati tra di loro. La cupola interna di 15 metri di diametro, per dimensioni e’ seconda solo al planetario di Milano. Dalla prossima settimana iniziera’ un ciclo di conferenze scientifiche e lectio magistralis ad ingresso gratuito (con prenotazione obbligatoria) organizzate in collaborazione con l’Universita’ della Calabria. Da giugno, poi, saranno aperte le prenotazioni e da settembre il Planetario ospitera’ le scolaresche. Nel corso dell’inaugurazione si e’ svolto lo spettacolo “Un passo, Sognando la luna”, ispirato al desiderio dell’uomo di superare i limiti imposti dalla natura per raggiungere nuove mete e nuovi orizzonti, di andare oltre. L’evento ha unito la suggestione di luce e musica, con la magia degli acrobati e danzatori aerei, che con i loro movimenti hanno catturato l’attenzione del pubblico. In chiusura c’e’ stato uno spettacolo pirotecnico.
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Il Planetario di Cosenza: cosa accadrà nei prossimi mesi
Luogo di diffusione del sapere scientifico, coniugato al sapere umanistico-letterario, il Planetario di Cosenza, la cui struttura viene inaugurata il 6 aprile, attiverà una serie di azioni che gradualmente condurranno i visitatori a prendere conoscenza e confidenza con questa nuova infrastruttura culturale, strumento di sviluppo sociale, civile, scientifico.
E’ una nuova offerta culturale quella che prende corpo nel Planetario, diversa anche nelle sue modalità di fruizione, che avrà una fase di approccio, già nel mese di aprile, attraverso un primo ciclo di conferenze scientifiche/lectio magistralis ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria (visto il numero limitato di 100 posti a sedere).
Il calendario degli eventi
– 12 aprile “Il cielo sopra Cosenza”.
L’evento è diviso in due momenti:
in cupola alle ore 19, lectio a cura di Franco Piperno e di Angela Zavaglia.
A seguire, alle ore 21, il pubblico partecipante potrà trasferirsi al Castello Svevo per l’osservazione a occhio nudo del cielo guidata da Franco Piperno e Angela Zavaglia. Ai telescopi Francesco Veltri, Francesco Speciale e Alfonso Morelli;
– 13 aprile ore 19 “Sentieri tra le stelle”.
In cupola con Francesco Plastina, Angelo ed Emanuele Mendicelli.
– 26 aprile ore 19
Lectio a cura di Angela Zavaglia e Francesco Speciale. Collaboratore tecnico: Alfonso Morelli.
– 27 aprile ore 19 “Sentieri tra le stelle”
In cupola con Francesco Plastina, Angelo ed Emanuele Mendicelli, con la partecipazione dell’astrofisica Sandra Savaglio.
– 3 maggio “Il cielo sopra Cosenza”.
L’evento è diviso in due momenti:
in cupola alle ore 19, lectio a cura di Franco Piperno e di Angela Zavaglia.
A seguire, alle ore 21, il pubblico partecipante potrà trasferirsi al Castello Svevo per l’osservazione a occhio nudo del cielo guidata da Franco Piperno e Angela Zavaglia. Ai telescopi Francesco Veltri, Francesco Speciale e Alfonso Morelli.
– 4 maggio ore 19, “Il cielo e la Divina Commedia”
Segue questa suggestione l’evento curato da Francesco Plastina, Angelo ed Emanuele Mendicelli, con la partecipazione di Alessandra Romeo.
Dopo questa prima parte di appuntamenti, dove prevarrà la narrazione ed il racconto supportato dalle prime funzioni dello starmaster, la Zeiss perfezionerà il montaggio dei proiettori specifici che consentiranno, a partire dal mese di giugno, la fruizione anche multimediale del Planetario, ovvero le funzioni più spettacolari, caratterizzanti un planetario digitale.
Giugno e luglio l’apertura, dunque, al pubblico per più giornate nel corso della settimana.
Da settembre l’apertura anche alle scolaresche.
E’ il Dirigente del settore cultura, Giampaolo Calabrese, a spiegare il modello di gestione pensato per il Planetario. “Per consentirne da subito la fruibilità, valutando la miglior gestione possibile per un bene comunale che necessita di specifiche competenze tecnico-scientifiche, abbiamo ritenuto opportuno costituire un comitato scientifico, da supporto ad un indirizzo che è anche artistico e di programmazione. Una gestione sperimentale che, per un anno, farà capo direttamente all’Amministrazione comunale e al comitato di esperti, a partire proprio dall’ideatore del progetto, prof. Franco Piperno, l’astrofisica Sandra Savaglio, il prof. Vincenzo Carbone, Direttore del dipartimento di Fisica, i professori ed esperti del cielo Angela Misiano, Francesco Plastina, Gaetano Zimbardo, Manuela Zoccali.
L’azione del Comune si avvarrà del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, tra le facoltà di punta dell’Ateneo calabrese, luogo del sapere scientifico, che con la sua fucina di ricercatori e dottorandi, di studenti e giovani, è la ‘start up’ più competente per la narrazione e le proiezioni fulldome. Insieme arriveremo ad un modello di gestione definito, capace di mettere su un mercato più ampio, aperto al turismo, un’infrastruttura culturale che genera indotto ed economia”.
Giovan Battista Amico: a chi è intitolato il Planetario di Cosenza
Giovan Battista Amico o Amici, come suggerito dallo storico Coriolano Martirano, nasce a Cosenza nel 1511 o forse l’anno successivo.
Contemporaneo di Telesio, apparteneva a una famiglia del patriziato: i suoi parenti sedevano nel Seggio che governava la città giacché, contrariamente a quel che accadeva per la gran parte dei centri urbani calabresi, la Cosenza rinascimentale era una città libera ovvero regia, non infeudata.
Amici studia nella città natale le arti del trivio: grammatica, retorica e dialettica, che gli assicurano la conoscenza delle tre lingue sapienziali: aramaico, greco e latino. Nel 1531 si trasferisce a Padova, culla dell’aristotelismo e dell’averroismo, capitale continentale del pensiero aristotelico di tradizione latina, dove, nella prestigiosa università, completa gli studi delle arti del quadrivio: geometria, aritmetica, astronomia e musica. Qui segue corsi tenuti da celebri docenti e nel 1536 pubblica in latino presso una tipografia veneziana un manuale d’astronomia dal titolo Opusculum, che possiamo considerare l’unica opera sua. L’anno successivo torna a Cosenza e diventa membro della locale, da poco fondata e già autorevole Accademia cosentina, dove viene cooptato come membro permanente. Nel 1538, ritornato a Padova, cura per la stessa tipografia veneziana la ristampa dell’Opusculum. Un anno dopo, non ancora trentenne, viene assassinato “nel miglior corso dell’età sua per invidia” da un sicario rimasto sconosciuto, come può leggersi tra le Iscrizioni della Città di Padova. L’Opusculum verrà ristampato postumo per la terza volta nel 1540 a Parigi. Nel 1543 appare a Norimberga il trattato di Copernico De Revolutionibus e l’indagine filosofica sul sistema del mondo diverrà un dibattito tra tolemaici e copernicani. Per secoli il nome di Amici scomparirà dalla letteratura astronomica, salvo che nelle cronache cosentine. Solo nel 1905 si troverà di nuovo una citazione dell’Opusculum nella celebre A History of Astronomy from Thales to Kepler di J.L.E.Dreyer.
Il sottotitolo dell’Opusculum suona così: Attorno ai moti dei corpi celesti secondo la filosofia aristotelica e senza l’uso di eccentrici ed epicicli. Amici compie i suoi studi padovani proprio in quel tornante di tempo in cui i grandi viaggi in mare aperto, soprattutto la circumnavigazione del Globo ad opera di Magellano, avevano messo in evidenza le incoerenze tra previsioni della teoria tolemaica ed esperienza della navigazione.
L’astronomo cosentino cerca un sistema del mondo che rappresenti i movimenti celesti così come realmente si svolgono nel Cosmo reale. Tolomeo non pretende che i pianeti ubbidiscano nei loro movimenti ad una geometria piana intessuta da referenti, cicli ed epicicli; piuttosto ritiene di riuscire a salvare i fenomeni celesti tramite un modello matematico, una specie di macchina analogica celeste, capace di ottenere previsioni numeriche in accordo con l’esperienza osservativa. Gli astronomi tolemaici sanno che il loro sapere astronomico è in contrapposizione con le leggi della fisica aristotelica, alla quale restano legati; non si occupano di cosmologia, non sono astronomi philosophi, solamente astronomi mathematici, cioè astrologi. Amici invece ricerca una rappresentazione fisica dei movimenti celesti che sia quanto più fedele al reale: dai suoi studi padovani di storia dell’astronomia trova che esiste una tradizione di pensiero materialistico fondata da Eudosso che arriva fino ad Aristotele, dove si tenta di simulare i movimenti celesti come si svolgono nello spazio, impiegando la geometria solida piuttosto che quella piana: quindi l’uso più espressivo anche se più faticoso delle sfere omocentriche. La rappresentazione omocentrica dei movimenti celesti era stata egemone nell’astronomia mediterranea fino al secondo secolo dell’era volgare, quando appare il sistema tolemaico che si rivela più maneggevole e affidabile in due settori della cultura greco-alessandrina: la formulazione delle Tabulae per i naviganti in mare aperto e la redazione degli oroscopi per i potenti. Amici modifica il sistema di Eudosso, introduce decine di altre sfere omocentriche e soprattutto consente agli assi delle sfere di porsi tra di loro ad angoli prima non consentiti. Il sistema omocentrico modificato dal cosentino è così in grado di ottenere previsioni sui movimenti celesti raffrontabili quanto non migliori di quelli ottenuti col procedimento tolemaico. In più, e questo è il punto decisivo, la novità introdotta da Amici è che non v’è più un procedimento di calcolo indipendente dalle ipotesi fisiche; la matematica e la filosofia si convertono l’una nell’altra, e nasce l’astronomia fisica.
Amici può essere considerato, nella civiltà occidentale, come il filosofo della natura che ha anticipato di oltre mezzo secolo, nella filosofia naturale aristotelica, quel realismo fisico-matematico, tutt’altro che peripatetico, che sarà poi di Galileo Galilei e quindi della modernità.
Cos’è un Planetario
La parola “planetario” viene dal latino planeta che a sua volta deriva dal greco planetes e significa “errante”. Qui è sottintesa la contrapposizione tra oggetti celesti fissi, come sono le stelle, e oggetti vaganti ovvero i pianeti. Il Planetario è un formidabile strumento didattico per apprendere i movimenti fondamentali che si svolgono nel Cielo con lo scorrere delle ore, dei giorni, degli anni, dei secoli e addirittura dei millenni. Un proiettore ottico, particolarmente versatile, in grado di riprodurre l’aspetto del Cielo stellato in modo assai sofisticato, ospitato in una apposita sala di forma semisferica, con una cupola bianca – cioè uno schermo che simula la volta celeste – sulla quale avviene la proiezione.
All’interno del proiettore v’è una sorgente di luce quasi del tutto mascherata, cioè racchiusa all’interno di una sfera (ball), sulle pareti della quale sono praticati dei piccoli fori circolari. La luce fuoriesce in fasci sottili che, dopo essere stati opportunamente focalizzati da un sistema di lenti, vanno a colpire lo schermo, cioè la cupola di proiezione, formando le immagini della maggior parte delle stelle più luminose, con il colore caratteristico di un determinato astro così come lo risolve l’occhio nudo. Altri piccoli proiettori indipendenti generano il Sole, la Luna e i Pianeti. Infine vi sono dei motori che permettono al proiettore di ruotare attorno a diversi assi: in questo modo il Planetario può simulare il moto orario della volta celeste, il moto annuo del Sole attraverso le costellazioni nonché l’effetto della “precessione degli Equinozi”, facendo trascorrere in pochi minuti molte migliaia di anni.
Lo Starmaster
Lo STARMASTER costituisce un’attrezzatura ottica e di meccanica di precisione per la rappresentazione del cielo stellato (circa 4000 stelle), con il sole, la luna e i pianeti, visti da differenti punti di osservazione, all’interno e prossimi al sistema solare, in conformità alle circostanze naturali.
Il principio di tutte le rappresentazioni è la proiezione su una semisfera bianca (cupola di proiezione). Tutti i principi tecnologici del sistema di proiezione sono stati concepiti allo scopo di riprodurre nel migliore dei modi le leggi astronomiche e fisiche della natura. Le proiezioni illustrano i fenomeni con il massimo grado tecnologicamente possibile di naturalezza ed esattezza. Oltre alla rappresentazione dei corpi celesti naturali e i loro movimenti, si riproducono le linee di coordinate astronomiche, marcature e scale, mediante il sistema di planetario, nonché i disegni delle costellazioni.
Lo STARMASTER è stato progettato per cupole di proiezione tra 12 m e 18 m di diametro. La cupola di Cosenza è di 15 m di diametro.
Ogni strumento viene fabbricato per un determinato diametro di cupola e per una determinata inclinazione di cupola.
In posizione di proiezione devono coincidere esattamente il centro della cupola di proiezione e il centro della sfera di proiezione STARMASTER (starball).
Lo Starmaster è integrato con un sistema di proiezione digitale con 6 proiettori sincronizzati – utilizzabile autonomamente o in con lo Starball – per poter permettere rappresentazioni particolarmente spettacolari su tutta la cupola (full dome), a tema astronomico e non solo, completati da un coinvolgente sistema sonoro.