Un consumo elevato di determinati cibi, di origine vegetale, riduce il rischio di sviluppare il cancro alla vescica: la prima conferma arriva da uno studio dell’Istituto nazionale tumori di Milano (Int), appena pubblicato su ‘Cancer, Causes & Control’.
Un regime alimentare che prevede latte e zuppe a base di soia, spinaci e bietole, fagioli e tè (contengono flavonoidi antiossidanti) potrebbe infatti avere un effetto anticancerogeno.
La ricerca ha dimostrato che questi alimenti riducono anche del 44% il rischio di tumore della vescica, che rappresenta circa il 3% di tutte le neoplasie e in urologia è secondo solo al cancro della prostata. E’ più comune tra i 60 e i 70 anni ed è 3 volte più frequente negli uomini rispetto alle donne.
Lo studio multicentrico italiano ha incluso 690 pazienti con tumore della vescica e 665 controlli ospedalizzati per malattie acute, non neoplastiche e non legate al fumo. I partecipanti sono stati intervistati utilizzando un questionario di frequenza alimentare riproducibile e validato. Si sono poi applicati i dati sulla composizione di alimenti e bevande per stimare l’assunzione nella dieta delle 6 classi più comuni di flavonoidi: isoflavoni, antocianidine, flavan-3-oli, flavanoni, flavoni e flavonoli.
“Tra le componenti della dieta, i flavonoidi costituiscono un ampio gruppo di sostanze bioattive e sono stati associati a tumori di varie sedi anatomiche,” spiegano i ricercatori. “Possono modulare molti processi biologici di un tumore come l’apoptosi, la vascolarizzazione, la differenziazione e proliferazione delle cellule. Questi composti provengono principalmente da componenti alimentari di origine vegetale, come verdura, frutta, tè e vino rosso“.
“I flavonoidi hanno attirato l’attenzione scientifica grazie alla loro capacità antiossidante e all’effetto anti-cancerogeno osservato in vari tipi di tumore,” precisa Valentina Rosato, ricercatrice dell’Unità di Statistica medica e Biometria dell’Int. “Abbiamo trovato una riduzione significativa del rischio di tumore della vescica del 44% nei soggetti che osservavano l’assunzione maggiore nella dieta di isoflavoni e del 36% nei soggetti con un’elevata assunzione di flavoni, rispetto ai soggetti con il consumo più basso. Per le altre classi di flavonoidi e flavonoidi totali, non abbiamo trovato un’associazione significativa con il rischio di tumore della vescica“. Nello studio, gli isoflavoni derivano principalmente da latte di soia, zuppe a base di soia, verdure e fagioli, mentre i flavoni provengono specialmente da spinaci e bietole, verdure, fagioli e tè.
“Questo è il primo studio che indica un’associazione inversa tra l’assunzione nella dieta di isoflavoni e flavoni e il rischio di tumore della vescica“, precisano gli esperti dell’Irccs milanese.
“E’ biologicamente plausibile un possibile effetto dei flavonoidi sul tumore della vescica – rileva Rosato – L’urina è una via importante per l’escrezione di flavonoidi e dei loro metaboliti e questi componenti bioattivi dietetici sono di conseguenza a diretto contatto con la mucosa della vescica“.
Il cancro della vescica è stato associato al fumo di tabacco, all’esposizione professionale ad ammine aromatiche, al diabete e ad alcune infezioni del tratto urinario: questi fattori di rischio però spiegano solo circa la metà dei tumori, sottolineano gli esperti. “Data in ogni caso l’esigua evidenza scientifica sulla relazione tra i composti polifenolici e il tumore della vescica – concludono – sono necessari altri studi epidemiologici per confermare le evidenze di questo primo importante lavoro“.