Tumori: in Italia sono guarite oltre un milione di persone, ma l’assistenza domiciliare non fa progressi

Un milione di italiani sono guariti dal cancro, e la loro aspettativa di vita oggi è pari a quella di chi non ha mai avuto un tumore
MeteoWeb

Un milione di italiani sono guariti dal cancro, e la loro aspettativa di vita oggi è pari a quella di chi non ha mai avuto un tumore, mentre hanno toccato quota 3,4 milioni le persone che vivono dopo la diagnosi di cancro, con un incremento del 3% ogni 12 mesi. La Ricerca, dunque, sta facendo grandi passi avanti con la messa a punto di terapie sempre più innovative. E proprio per discutere di questo gli oncologi si sono riuniti a Roma per un convegno in Senato sullo stato della cura del cancro in Italia, promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Numeri positivi ai quali però si affianca la criticità legata ad un’assistenza a luci ed ombre, soprattutto per la domiciliare. “Oggi ci sono 1000 nuove diagnosi di tumore e 485 decessi al giorno nel nostro Paese, ma la mortalita’ sembra aver raggiunto un livello stabile anche se l’incidenza dei casi e’ in aumento – spiega la presidente Aiom Stefania Gori -. Ed oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi, dato per cui nel nostro Paese la sopravvivenza e’ pari o superiore alla media europea“.

La malattia oncologica cioe’, sottolinea il tesoriere Aiom Saverio Cinieri,sta diventando sempre piu’ cronica grazie ad armi efficaci come l’immunoncologia e le terapie a bersaglio molecolare che si aggiungono a chirurgia, chemioterapia, ormonoterapia e radioterapia“. Altro dato positivo si registra per le Breast Unit dedicate alla cura del tumore della mammella: sono 212 e l’80% (170) tratta piu’ di 150 nuovi casi ogni anno (la soglia minima stabilita a livello europeo). Tuttavia, sono distribuite a macchia di leopardo: al Nord il 72% delle Oncologie (120) ne e’ dotato, rispetto al 68% del Centro (57) e al 43% del Sud (35). Le differenze regionali cioe’, avvertono gli oncologi, sono ancora troppe e pesano sull’assistenza ai pazienti. Cosi’, solo il 65%, dei reparti di Oncologia, rileva l’Aiom, garantisce l’assistenza domiciliare e la forbice si allarga spostandosi lungo la Penisola: al Nord le cure domiciliari sono infatti assicurate dal 70% delle strutture rispetto al 52% del Sud, nonostante sia stato dimostrato che, se fosse assicurata un’adeguata assistenza domiciliare e palliativa, la degenza in ospedale si ridurrebbe da 20 a 4 giorni, con un risparmio di circa 2.000 euro a paziente. Di contro, in Italia sono attivi 332 reparti di Oncologia e quasi l’80% (78,9%) ha un servizio di supporto psicologico.

tumoriAltra priorita’ e’ inoltre “migliorare il livello tecnologico dei centri, sia in ambito diagnostico che chirurgico e radioterapico – sottolinea Giordano Beretta, Presidente eletto Aiom –. Oggi, ad esempio, la radioterapia e’ impiegata nella cura del 60-70% dei pazienti e si stima che il suo fabbisogno in Europa aumentera’ di oltre il 15% nei prossimi 10 anni”. A ‘minacciare’ la tenuta del Servizio sanitario e’ pero’, innanzitutto, l’alto costo dei farmaci innovativi anticancro: la spesa e’ passata da 3,3 mld di euro nel 2012 ad oltre 5 mld nel 2017. Una soluzione potrebbe tuttavia arrivare dai farmaci biologici, il cui utilizzo, spiega Roberto Bordonaro, segretario nazionale Aiom, “puo’ determinare risparmi di circa il 20%, permettendo di riallocare risorse a sostegno dell’accesso a terapie innovative“. L’auspicio, concludono gli oncologi, e’ anche che sia rinnovato il Fondo triennale di 500 mln per i farmaci innovativi in oncologia. E’ in scadenza quest’anno.

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