‘Io sono cattolica e ritengo che l’aborto sia un assassinio, quindi non voglio essere costretta a finanziare questo crimine. L’articolo 3 della Costituzione garantisce la libertà religiosa, quindi come non si può costringere un ebreo a mangiare maiale così non si possono costringere i cattolici a finanziare l’aborto”.
Queste le dichiarazioni all’AdnKronos di Silvana De Mari, dottoressa e scrittrice pro-life, anche lei presente alla “Marcia per la Vita” organizzata a Roma.
”Il sistema sanitario nazionale deve finanziarie le necessità – prosegue la dottoressa – l’antibiotico per la polmonite è una necessità, mentre abortire è una scelta che si può fare oppure no. La donna spesso si pente tra l’altro della scelta compiuta e quando ciò accade insorgono malattie psicosomatiche e scelte autodistruttive e autolesioniste.” ”In effetti – sottolinea la De Mari – da un punto di vista biologico, l’aborto è un suicidio differito, la madre uccide il bambino: è come se uccidesse se stessa“.
”Lo stato non ha nessun dovere di finanziare questa catastrofe – conclude la dottoressa – soprattutto in un momento in cui la sanità è ridotta al lumicino, mancando anche i soldi per somministrare ai pazienti le medicine”.