Una specie vulnerabile in tutta Europa e a rischio estinzione in Italia: è quella della trota mediterranea, una volta molto diffusa nei bacini fluviali di molte regioni ed oggi minacciata da diversi fattori di origine umana rischia di sparire per sempre. Tutto questo a danno del nostro patrimonio di biodiversità e dell’equilibrio degli ecosistemi naturali tipici del nostro Paese. Per scongiurare questo rischio è nato “Life Nat.Sal.Mo“, un progetto finanziato dalla Comunità europea con l’obiettivo specifico di recuperare e conservare la trota mediterranea e il suo habitat in due bacini fluviali della regione Molise, il Biferno e il Volturno. Il progetto è frutto della collaborazione tra l’università del Molise Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti (capofila del progetto), il Comune di Oratino (Campobasso), il Comune di Rocchetta a Volturno (IS), Legambiente, l’associazione Mediterranean Trout Research Group (MTRG), la Regione Molise, lo Studiogiuliano Srl, l’Università di scienze agricole e medicina veterinaria Ion Ionescu de la Brad di Iasi e l’Università Lucian Blaga di Sibiu in Romania.
Interesserà le due popolazioni native principali presenti nel Biferno – popolazione adriatica con caratteristiche genetiche condivise con la trota marmorata del bacino padano (S.marmoratus)– e nel Volturno –popolazione nota per il “fenotipo tigrato” – saranno oggetto di diverse attività mirate alla tutela e alla implementazione delle popolazioni selvatiche locali.
“La gestione della trota e dei Salmonidi a livello internazionale rappresenta un settore di grande rilevanza economica – ha dichiarato Nicolaia Iaffaldano dell’Università del Molise, Project manager Nat.Sal.Mo –. In questo progetto l’uso di tecniche innovative, le collaborazioni tra mondo scientifico, amministrativo e associazionismo permetterà di creare un nuovo modello di conservazione e di gestione delle risorse selvatiche da trasferire in altri paesi europei. Il modello progettuale sperimentato in Molise per la trota nativa sara’ un esempio di innovatività, buone pratiche, trasferibilità e di sostenibilità“. “Si tratta di un progetto ambizioso e virtuoso, che unisce presente e futuro perché l’innovazione viene messa al servizio della difesa della natura e della biodiversità – ha sottolineato l’Assessore Regionale Nicola Cavaliere –. Ciò è perfettamente in linea con la missione del mio assessorato, ovvero tutelare e valorizzare le ricchezze del nostro territorio guardando però all’utilizzo di strumenti e metodologie all’avanguardia. Il Molise riparte da qui, anche dalla capacità di difendere il suo patrimonio attraverso la giusta sinergia tra vari enti, istituzioni, risorse e discipline“.
Nel corso del progetto, che durerà fino a marzo 2023, verranno messe in campo attività mirate a limitare il fenomeno di ibridazione introgressiva delle popolazioni native, favorendo l’accesso ai siti riproduttivi solo ai riproduttori selvatici nativi e bloccando presso stazioni fisse gli esemplari ibridi e i non nativi. Verrà ricostruito l’habitat della trota mediterranea tramite il recupero dei siti di riproduzione, aumentando la connettività tra i bacini e promuovendo la connessione ecologica tra i SIC all’interno dell’area di interesse. Si rimuoveranno i rifiuti nelle aree di progetto e si attiveranno studi per identificare le possibili cause di inquinamento e contribuire a espandere l’areale della trota mediterranea nell’area interessata. L’obiettivo del progetto verrà perseguito utilizzando tecniche di riproduzione altamente innovative ed efficaci, tramite l’uso di seme congelato e di nidi artificiali per facilitare l’incubazione delle uova. Metodologie che saranno esportate anche nei siti di replicabilità in Romania per le popolazioni selvatiche di specie affini. Anche il settore della pesca ricreativa sarà coinvolto nelle azioni di progetto con la partecipazione al monitoraggio degli spostamenti degli esemplari marcati e il supporto nelle attività svolte sul fiume.