Cannabis, un produttore: “Si apre periodo di profonda incertezza”

La Corte di Cassazione mette al bando la "cannabis light" e ora per i produttori si apre un periodo di profonda incertezza. A dirlo all'ANSA e' Ernesto Tiberi, 56 anni, coltivatori di semi e inflorescenze di canapa di Norcia
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La Corte di Cassazione mette al bando la “cannabis light” e ora per i produttori si apre un periodo di profonda incertezza. A dirlo all’ANSA e’ Ernesto Tiberi, 56 anni, coltivatori di semi e inflorescenze di canapa di Norcia. “Gia’ prima di questa sentenza – spiega – regnava un clima di grande confusione che ci ha suggerito di ridurre le nostre piantagioni, tanto che quest’anno la semina della canapa da seme non e’ andata oltre i tre ettari e se in passato abbiamo anche coltivato fino a 5 mila piantine da fiore, adesso ci fermeremo ad 800”. Tiberi e’ il titolare dell’azienda agricola “Le Terre di Quarantotti” che della coltivazione della canapa ha fatto un esperimento piu’ che un vero e proprio business. “Ma col tempo ci siamo molto documentati, volendo fare le cose per bene e soprattutto a rigore di legge”, tiene a precisare.

“Se la Cassazione ha ritenuto fuori legge la vendita o la cessione a qualunque titolo dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis, come l’olio, le foglie, le inflorescenze e la resina, come fa a dire che puo’ essere invece commercializzata quella a esclusivo uso medico?”, si domanda. “Credo che vada fatta un po’ di chiarezza – aggiunge – e leggere attentamente le motivazioni dei giudici. La cannabis per non aver un’efficacia drogante deve avere un tetraidrocannabinolo, il Thc, inferiore allo 0,6 e a prevalere deve essere quindi il Cbd, vale a dire la molecola del cannabidiolo che e’ usata in farmacologia.

La produzione che esce dalle mie terre – sottolinea – rispetta rigorosamente questi parametri e allora posso continuare a coltivare e vendere oppure mi devo fermare?”. Interrogativo che attende una risposta. “Spero in tempi brevi – afferma -, perche’ non si puo’ certo continuare a investire se poi non possiamo commercializzare”. Intanto il produttore di Norcia invoca maggiori controlli. “Noi affidiamo i nostri prodotti – rivela – alle analisi di uno dei laboratori, con sede a Barcellona, piu’ accreditati d’Europa e in tal senso siamo assolutamente sereni che cio’ che proponiamo ai mercati e’ una cannabis legale che rispetta tutti i vincoli, ma se i controlli venissero intensificati, sia in campo, che nei negozi dove si vende, non sarebbe affatto male”. In attesa di comprendere meglio il futuro del prodotto, Tiberi svela che gia’ da alcuni mesi si sta “muovendo nel mercato dell’uso terapeutico”. “Forse solo cosi’ – conclude – riusciremo dare un seguito all’attivita’ intrapresa”.

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