Cistite e bronchite, attenzione ai farmaci e agli effetti collaterali: allerta sull’utilizzo degli antibiotici

Cistite e bronchite sono frequenti in questo periodo dell'anno, ma attenzione all'utilizzo dei farmaci antibiotici
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Risale a qualche settimana fa l’allerta dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) su alcuni antibiotici di uso comune. L’ente regolatorio ha diffuso nuove e importanti informazioni di sicurezza sui medicinali contenenti fluorochinoloni (ciprofloxacina, levofloxacina, moxifloxacina, pefloxacina, prulifloxacina, rufloxacina, norfloxacina, lomefloxacina): “Sono state segnalate reazioni avverse invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti, principalmente a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso. Di conseguenza, sono stati rivalutati i benefici e i rischi di tutti gli antibiotici chinolonici e fluorochinolonici e le loro indicazioni nei Paesi dell’Ue. I medicinali contenenti cinoxacina, flumechina, acido nalidixico e acido pipemidico verranno ritirati dal commercio“.

In una comunicazione rivolta ai medici, l’Agenzia indica di “non prescrivere questi medicinali per il trattamento di infezioni non gravi o autolimitanti (quali faringite, tonsillite e bronchite acuta); per la prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti delle vie urinarie inferiori; per infezioni non batteriche, per esempio la prostatite non batterica (cronica); per le infezioni da lievi a moderate (incluse la cistite non complicata, l’esacerbazione acuta della bronchite cronica e della broncopneumopatia cronica ostruttiva, la rinosinusite batterica acuta e l’otite media acuta), a meno che altri antibiotici comunemente raccomandati per queste infezioni siano ritenuti inappropriati; ai pazienti che in passato abbiano manifestato reazioni avverse gravi a un antibiotico chinolonico o fluorochinolonico“.

Prescriva questi medicinali con particolare prudenza – consiglia ancora l’ente regolatorio italiano ai medici italiani – agli anziani, ai pazienti con compromissione renale, ai pazienti sottoposti a trapianto d’organo solido e a quelli trattati contemporaneamente con corticosteroidi, poiché il rischio di tendinite e rottura di tendine indotte dai fluorochinoloni può essere maggiore in questi pazienti. Dev’essere evitato – evidenzia infine l’Aifa – l’uso concomitante di corticosteroidi con fluorochinoloni“. E’ necessario, si avvertono ancora i camici bianchi, informare “i pazienti di interrompere il trattamento ai primi segni di reazione avversa grave quale tendinite e rottura del tendine, dolore muscolare, debolezza muscolare, dolore articolare, gonfiore articolare, neuropatia periferica ed effetti a carico del sistema nervoso centrale, e di consultare il proprio medico per ulteriori consigli“.

A livello europeo già l’Agenzia Ema si era occupata di approfondire i rischi legati a questi antibiotici, citando anche possibili problemi di depressione, insonnia, disturbi della vista e di altri sensi, in chi assume questi farmaci. “Sono stati segnalati soltanto pochi casi di queste reazioni avverse invalidanti e potenzialmente permanenti – precisa l’Ema – ma è verosimile una sotto-segnalazione. A causa della gravità di tali reazioni in soggetti fino ad allora sani, la decisione di prescrivere chinoloni e fluorochinoloni deve essere presa dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi in ogni singolo caso“.

CISTITE

La cistite è una fastidiosa infiammazione (flogosi) della mucosa vescicale, che interessa prevalentemente le donne e frequentemente si accompagna ad un bisogno continuo e doloroso di urinare. Il processo infiammatorio della vescica può essere acuto, subacuto o cronico. L’infezione può infatti risolversi dopo un solo episodio, oppure, in particolare quando viene trascurata, ripresentarsi e diventare cronica. In questi casi il processo infettivo può estendersi pericolosamente alle vie genitali o alle alte vie urinarie.

Cause:

La cistite insorge perlopiù in assenza di sintomi o cause evidenti; in alcuni casi invece è dovuta a pratiche anticoncezionali o a rapporti sessuali. L’infiammazione è causata da batteri che popolano l’ultimo tratto dell’intestino, fra cui il colibacillo, o da altri patogeni. Questi germi possono raggiungere la vescica dall’esterno, passando attraverso l’uretra, o dall’interno per propagazione da organi vicini, o per via ematica. Durante l’atto minzionale si può verificare una risalita dei germi. Giunti in vescica i germi possono moltiplicarsi in modo esponenziale e causare l’infiammazione della mucosa definita appunto cistite.

Sintomi:

  • Pollachiuria: aumento transitorio o permanente del numero di minzioni durante le 24 ore, accompagnato dalla riduzione del volume vuotato per ogni atto minzionale;
  • Disuria: difficoltà nell’urinare saltuaria o continua, la minzione può essere lenta e poco copiosa; tutto ciò richiede uno sforzo eccessivo, i muscoli appaiono contratti ed il getto può risultare modificato nel volume o nella forma (deviato, tortuoso ecc.) o arrestarsi improvvisamente e involontariamente;
  • Bruciore o dolore durante la minzione, talvolta accompagnato da brividi e freddo;
  • Tenesmo vescicale: spasmo doloroso seguito dall’urgente bisogno di urinare;
  • Urine torbide, a volte maleodoranti;
  • Maturia o piuria (meno frequenti), ovvero presenza di sangue o pus nelle urine.

BRONCHITE

(fonte: paginemediche.it)

La bronchite, che può essere acuta o cronica, è l’infiammazione dei bronchi. La causa principale è il fumo, sia attivo che passivo. La Bronchite è l’infiammazione della mucosa che riveste internamente i bronchi, la via aerea più importante nel passaggio dell’aria ai polmoni.

Cause:

Le cause che possono generare questa condizione patologica sono sostanzialmente di due tipi: una causa tossica, in cui una sostanza estranea all’organismo viene a contatto con la mucosa bronchiale causandone irritazione, oppure una causa infettiva, in cui questo processo è provocato da un batterio o da un virus.

Nel primo caso l’origine della bronchite è dovuta, nella maggior parte dei casi, all’abitudine al fumo, che costituisce la causa più frequente e grave di malattia bronchiale e polmonare. Occorre ricordare l’azione dannosa esercitata non solamente dal fumo attivo, ma anche da quello passivo, dai gas tossici e dalle polveri ambientali (inquinamento, particolari professioni che espongono a questi agenti), da sostanze in grado di scatenare allergie quali pollini ed antigeni aerei.
Nel secondo caso entrano in gioco batteri o, molto più spesso, virus.

A seconda del suo decorso, la bronchite può essere acuta o cronica.

  • La bronchite acuta solitamente si presenta dopo un’infezione respiratoria di origine virale, ha un esordio improvviso e, se trattata adeguatamente, guarisce senza lasciare postumi o residui.
  • La bronchite cronica invece è il frutto di un’esposizione prolungata nel tempo ad agenti che hanno danneggiato i bronchi, con poche o nulle possibilità di recupero. Quando lo stato infiammatorio cronico si protrae per settimane, mesi o anni, la mucosa dei Bronchi si ispessisce, provocando un restringimento del lume bronchiale ed una difficoltà sempre crescente alla respirazione: il paziente respira a fatica perché le sue vie aeree sono ridotte di diametro, e si realizza quella condizione definita BPCO, cioè bronco-pneumopatia cronica ostruttiva, che può portare il soggetto ad insufficienza respiratoria grave e conseguente decesso.

Sintomi:

I principali sintomi tipici della bronchite acuta sono rappresentati dai soliti sintomi di malattia infettiva (febbre, spossatezza, cefalea, dolori articolari) cui si uniscono i segni provocati dall’infiammazione bronchiale: tosse, produzione di muco abbondante, di colorito bianco o bianco-giallastro, dolori toracici ai colpi di tosse, difficoltà di respiro.

Nella bronchite cronica abbiamo invece come segno fondamentale la dispnea, cioè la difficoltà di respiro, con un accorciamento dell’inspirazione e dell’espirazione (differenziandosi in questo dall’asma, in cui è presente prevalentemente una difficoltà ad espirare l’aria dai polmoni). Oltre alla dispnea, alla tosse ed alla facile stancabilità è presente nei casi più gravi anche un segno caratteristico, dovuto alla scarsa ossigenazione del sangue: il colorito cutaneo cambia, passando dal roseo abituale al cianotico, cioè ad un colorito scuro, tendente al violaceo.
Nella forma cronica, inoltre, la bronchite predispone alle infezioni respiratorie, che non fanno altro che aggravare il quadro e peggiorare i sintomi già presenti. (fonte: paginemediche.it)

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