Una mostra che l’amministrazione comunale di Camerino ha voluto fin da subito per fare in modo che le opere d’arte rimanessero nel loro territorio di appartenenza. La Sant’Anatolia del Maestro dei Magi di Fabriano, l’Assunzione della Vergine di Simone e Giovan Francesco De Magistris e la Madonna in trono col Bambino del Maestro della Madonna di Macereto. Questo sono solo alcune della trentina di opere salvate dal sisma del Centro Italia del 2016 che dal 10 maggio al 3 novembre prossimo a Camerino faranno parte della mostra “Dalla Polvere alla luce: l’arte recuperata“, promossa dall’Arcidiocesi di Camerino–San Severino Marche assieme al Comune e alla Regione Marche.
“Si tratta di un evento piccolo ma enorme se si considera la devastazione del sisma – ha commentato Barbara Mastrocola, direttrice del museo diocesano e curatrice delle collezioni civiche – che ci consente di mostrare poche ma importanti opere, simbolo della volontà di ricominciare. Un segno forte per la nostra comunità, nonostante la chiusura dei musei e di tutte le chiese ella città“.
L’esposizione è allestita in parte nella Chiesa del Seminario, l’unica di Camerino rimasta agibile, in parte nell’adiacente deposito attrezzato “Venanzina Pennesi“, che verrà aperto al pubblico per l’occasione grazie al finanziamento della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche.
Tra le opere in esposizione, che testimoniano l’arte figurativa del ‘400 camerte e la storia artistica della città e dell’Arcidiocesi anche la tavola raffigurante l’Annunciazione, il Padre Eterno e i due angeli nel timpano, e il martirio di San Sebastiano nella predella, attribuiti a Luca Signorelli e provenienti dall’Oratorio del Santissimo Crocifisso di Pioraco e la tempera e oro su tavola del Maestro del Trittico, proveniente dalla Cattedrale di Camerino ed esposta nel museo diocesano. Nell’occasione torna a Camerino la Macchina processionale (detta Nuvola) della Madonna duecentesca del Santuario di Santa Maria in Via, dopo essere stata per dieci anni esposta nel Museo diocesano “Mons. Aurelio Sorrentino” di Reggio Calabria, che ne ha promosso il restauro.