Fumo, l’appello dall’oncologo: “aiutate coloro che fumano, vi sono metodi in grado di far smettere”

Durante la "Giornata mondiale senza tabacco" promossa dall'OMS tutti i consigli dell'oncologo per aiutare chi fuma a smettere: "invitate tutti i fumatori a fare un grande sforzo"
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Diversi studi hanno dimostrato che il 75-80% dei fumatori vuole smettere, mentre un terzo ha almeno tentato più volte seriamente” di dire addio alle sigarette. “Va ricordato che vi sono dei benefici reali sulla Salute nello smettere di fumare a ogni età”. E “se soltanto una piccola parte degli attuali 1,1 miliardi di fumatori fossero capaci” di liberarsi del pacchetto, “i vantaggi a lungo termine sulla Salute e sull’economia sarebbero immensi“.

Lo sottolinea alla vigilia della “Giornata mondiale senza tabacco” promossa dall’OMS l’oncologo Umberto Tirelli, lanciando il suo appello a un sforzo comune: “I governi, le organizzazioni sanitarie, le scuole, le famiglie e ogni individuo – afferma – sono chiamati a cercare di aiutare coloro che oggi fumano e a fare in modo che abbandonino il loro comportamento dannoso e notoriamente additivo“. “Ad oggi la maggior parte dei fumatori che riescono con successo a smettere lo fanno senza alcun aiuto – osserva l’esperto dell’Istituto nazionale tumori di Aviano (Pordenone), direttore Centro tumori, CFS, fibromialgia e ossigeno-ozonoterapia, Clinica Tirelli Medical di Pordenone – ma è comunque necessario aumentare nettamente le percentuali di coloro che riescono a smettere di fumare“, ribadisce.

Sappiamo che vi sono dei metodi in grado di far smettere di fumare – evidenzia Tirelli – e che sono anche efficaci dal punto di vista costo-beneficio. Vi sono delle medicine che rimpiazzano la nicotina come chewing-gum” che la contengono, “spray nasali, cerotti e inalanti, e inoltre medicine non a base di nicotina come il bupropione, che possono raddoppiare le probabilità di smettere di fumare“. Non solo. Premesso che “tutti i prodotti del tabacco sono potenzialmente dannosi e creano dipendenza, e coloro che non usano i prodotti del tabacco dovrebbero continuare a non farlo“, precisa l’oncologo, “sia le sigarette elettroniche che i prodotti a tabacco riscaldato, in cui non avviene la combustione, potrebbero fornire un’alternativa meno nociva per chi proprio non riesce a smettere di fumare“, sostiene Tirelli ricordando che il 30 aprile la Fda americana ha autorizzato la commercializzazione del ‘Sistema di riscaldamento per tabacco’ Iqos. L’Agenzia ha posto “severe restrizioni di marketing nel tentativo di prevenire l’accesso e l’esposizione dei giovani“, e tuttavia ha stabilito che “autorizzare questi prodotti per il mercato statunitense è appropriato per la protezione della Salute pubblica perché, tra diverse considerazioni chiave, Iqos produce livelli più bassi di alcune tossine rispetto alle sigarette combustibili“.

Il tabacco – avverte l’esperto – è stato dimostrato causare circa 25 malattie potenzialmente mortali, molte delle quali possono essere prevenute, dilazionate o mitigate dallo smettere di fumare. Anche oggi malattie croniche come le patologie cardiovascolari e il cancro sono le maggiori cause di mortalità sia nei Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo“. E “con l’incremento sostanziale della spettanza di vita, la morbidità e la mortalità causate da malattie croniche associate al tabacco aumenteranno ulteriormente“. “Questa proiezione di patologie correlate al tabacco potrebbe essere mitigata da sforzi intensivi mirati a far smettere di fumare“, insiste Tirelli che esorta in questa giornata a “invitare tutti i fumatori a fare un grande sforzo per una migliore Salute e a gettare il pacchetto di sigarette nel cestino“. L’età non conta, ripete, perché “coloro che per esempio smettono di fumare tra i 30 ed i 40 anni hanno una spettanza di vita simile a chi non ha mai fumato“. “Smettere di fumare non è facile – ammette l’oncologo – Sappiamo infatti che la nicotina è un potente additivo“, e “tutti conosciamo persone che hanno cercato di smettere di fumare, ma sono riusciti a farlo soltanto per pochi mesi. Questa è una sfida per tutti noi. Ma è una sfida che dobbiamo lanciare, perché fare in modo che il maggior numero possibile di fumatori smettano di fumare è la chiave per ridurre il numero complessivo di morti associato al tabacco nei prossimi due decenni“.

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