AQUA ITALIA, al fine di promuovere una moderna “cultura dell’acqua”, svolge dal 2006 una ricerca sul consumo dell’acqua km zero in Italia. L’indagine Open Mind Research nella sua ultima edizione ha quotato la propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non, da parte dei pensionati italiani al 76,5% (in aumento di ben 6 punti percentuali rispetto al 2016). Di questi, il 44,5% dichiara di berla sempre o quasi sempre.
Il principale motivo per cui preferiscono l’acqua a km zero è la qualità dell’acqua che viene giudicata ottima dal 29,1% delle persone intervistate, seguita dal minor costo (21,5%).
In particolare poi, il 20,4% dichiara di avere almeno un dispositivo di trattamento dell’acqua nella propria abitazione (percentuale in aumento del 5% rispetto al 2016). La tipologia più gettonata è la caraffa filtrante scelta dall’8,3% degli intervistati e seguita dagli apparecchi con filtro per l’eliminazione di cloro e/o altre sostanze indesiderate (7,7%). In particolare, il 15,2% di coloro che posseggono un sistema di affinaggio dell’acqua ha anche sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica dell’apparecchio per garantirsi una qualità costante nel tempo.
Parlando invece di acqua trattata servita nei ristoranti, quasi un pensionato su 4 (il 23,7%) la beve abitualmente e il 49,2% dichiara che la berrebbe senza problemi qualora gli venisse offerta.
Si è anche indagato sulla propensione all’utilizzo dei Chioschi dell’Acqua (le cosiddette Casette comunali) che erogano acqua refrigerata, gasata o filtrata in centinaia di comuni italiani. Dall’analisi è emerso che usa o userebbe il servizio il 47,1% degli intervistati (in aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2016) e nel 45% dei casi il pensionato è a conoscenza del fatto che il comune di residenza offre il servizio.