L’inquinamento sta rovinando i nostri occhi: gli esperti lanciano l’allarme e spiegano come proteggersi

La sindrome dell'occhio secco figlia dell'inquinamento è una patologia spesso sottovaluta: i consigli degli esperti per proteggersi e prevenirla
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I nostri occhi, le nostre finestre sul mondo, sono strumenti molto delicati e vecchie e nuove minacce attentano alla loro salute. Come se non bastassero gli stili di vita sbagliati con un uso massiccio di tablet e smartphone, lo stress e le disfunzioni metaboliche e ormonali. All’elenco già lungo di nemici si aggiunge ora anche l’impatto dei cambiamenti climatici. Tra ondate di calore e aumento delle temperature medie ambientali, inquinamento, fumi e sostanze tossiche disperse nell’aria, sono tempi duri per la vista.

Ad aggravarsi è la sindrome dell‘occhio secco, tanto più che l’allarme è già stato lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, preoccupata per i numeri della Dry Eye Syndrome (Des), “troppo sottovalutati” dai servizi nazionali della salute: in Italia pur in assenza di dati epidemiologici accertati si stima che ne soffra in qualche forma “il 25% della popolazione over 50 e 90 donne in menopausa su 100″, a riferlo è Lucio Buratto direttore scientifico del CIOS, primo Centro italiano dedicato all’occhio secco, che a Milano inaugura il Mese della prevenzione, diagnosi e sensibilizzazione sulla patologia.
Da oggi, mercoledì 8 maggio, fino al 14 giugno nei diversi centri aderenti all’iniziativa lungo lo Stivale si potrà accedere (prenotandosi attraverso il sito del CIOS) a visite gratuite e a una serie di esami diagnostici. Anomalie destinate ad avere una maggiore incidenza nei prossimi mesi estivi. Con l’aggravante del “grande caldo” che ormai attanaglia il pianeta. “E’ indispensabile che gli ospedali si attrezzino per fronteggiare emergenze climatiche come le ondate di calore soprattutto nelle città, che sono quelle che risentono di più dell’impatto nocivo sulla salute“, avverte Buratto.

I nostri occhi risentono del nostro stile di vita – spiega Claudio Azzolini, direttore della Clinica oculistica e docente dell’ateneo di Varese – In particolare insonnia, fumo, alcol e una dieta sbilanciata favoriscono l’insorgenza di secchezza oculare, così come l’esposizione a temperature estreme, a un particolare tasso di umidità”. Oltre ai cambiamenti climatici, “anche l’inquinamento, e in particolare l’incremento della concentrazione di polveri sottili, è correlato con una sempre maggiore incidenza di sindrome dell’occhio secco. E’ stato dimostrato che la popolazione residente nelle grandi città ha una possibilità di soffrirne di 3-4 volte superiore a quella della popolazione residente in aree rurali“.

Le particelle inquinanti, chiarisce lo specialista, “si depositano sulla superficie oculare causando l’attivazione di pericolosi processi infiammatori che hanno come conseguenza un grave danno alle nostre ghiandole lacrimali e alla superficie oculare. In particolare causano una rottura della barriera formata dalle cellule dell’epitelio corneale con rischio di ulcerazione della superficie anteriore dell’occhio e conseguente insorgenza di forte dolore e scarsa visione“.
Tornando al clima, uno studio condotto dagli epidemiologi americani ha ricavato “un grado di certezza sul fatto che le condizioni causate dal cambiamento climatico non solo sono fortemente associate alla sintomatologia della secchezza dell’occhio, ma ne siano una causa certa e determinante e a questa conclusione non eravamo ancora arrivati“.”L’occhio va difeso, è uno dei più complessi e fragili punti sensibili del nostro organismo, è esposto a rischi di cui dobbiamo essere consapevoli – incalza Buratto – Potenziali assalitori sono dunque anche il grande caldo, il riscaldamento globale, l’aumento molto evidente dell’irraggiamento solare e la conseguente mancanza di pioggia e quindi una minore umidità“.

I sintomi dell’occhio secco vanno dal bruciore alla lacrimazione irregolare, dal bisogno di lavarsi e strofinarsi le palpebre alla difficoltà ad aprire gli occhi spontaneamente al mattino, fino alla presenza di secrezione e filamenti. Quando la sindrome si aggrava compaiono la sensazione di corpo estraneo e di secchezza, la fotofobia, il dolore anche notturno legato alle alterazioni corneali, i disturbi della visione legati all’astigmatismo irregolare che si crea sulla superficie corneale alterata.

Come proteggersi? L’equilibrio è fondamentale per gli occhi: evitando l’esposizione diretta a sistemi di condizionamento, luoghi ventosi o ventilati, ambienti troppo secchi e scarsi di umidificazione; riducendo o eliminando il fumo; evitando l’uso di creme irritanti o prodotti fastidiosi nella zona perioculare; sospendendo o limitando l’uso di lenti a contatto corneali; usando occhiali da sole in caso di forti esposizioni a raggi Uva o Uvb o in caso di ambienti polverosi; impiegando impacchi tiepidi nell’area perioculare (acqua e malva, bicarbonato o acqua borica); arricchendo l’alimentazione con vitamina B3, B6, B12, Omega 3; aumentando l’assunzione di acqua e liquidi in generale.

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