Il Centro regionale toscano di farmacovigilanza, in stretta collaborazione con il Centro di riferimento regionale toscano per la fitoterapia e con il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità, sta approfondendo lo studio di possibili effetti epatici associati all’uso di integratori alla curcuma, dopo che “l’Istituto superiore di sanità – sottolinea la Regione in una nota – ha segnalato negli ultimi giorni almeno 10 casi di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosa, riconducibili al consumo di integratori alimentari a base di curcuma.
Al momento attuale, 4 di questi casi si sono verificati in Toscana. Tutti i casi si sono risolti favorevolmente”. Il sito del ministero della Salute – ricorda la Regione Toscana – riporta in una nota il nome dei prodotti implicati e in alcuni casi anche i lotti, aggiungendo che sono in corso verifiche sul territorio da parte delle autorità sanitarie.
Dal momento che i casi sembrano essersi verificati con prodotti di ditte differenti, “una delle ipotesi attualmente allo studio è che questi possano essere stati realizzati con una materia prima comune contaminata con sostanze epatotossiche. Per questa ragione – si legge nel comunicato regionale – si consiglia di sospendere l’assunzione di qualunque integratore a base di curcuma, nell’attesa di un chiarimento da parte delle agenzie regolatorie”.