Tutti contro Greta, tutti a scagliarsi contro una ragazzina che ha la sola ed unica colpa di vedere ciò che milioni di persone non vogliono vedere: i cambiamenti climatici in corso dovuti al riscaldamento globale. Ma soprattutto, una ragazzina che ne comprende le cause e i possibili risvolti futuri, se non si corre ai ripari per limitarne i danni. Ciò che la giovane Thunberg cerca di spiegare a tutti con i suoi modi affabili ma decisi è semplicemente ciò che centinaia di esperti in tutto il mondo dicono da anni: il Global Warming è iniziato già da tempo, la scintilla è stata innescata, le cause sono diverse – e non tutte dipendenti da fattori antropici – ma l’azione dell’uomo è fondamentale per arginare il fenomeno ed evitare che i danni siano disastrosi come si prospetta. Ma per far comprendere perché ha ragione la giovane Greta, andiamo con ordine e proviamo a capire cosa sono i cambiamenti climatici.
Scrivevamo noi di MeteoWeb nel 2014: “Secondo uno studio molto recente, effettuato da un gruppo di climatologi statunitensi ed europei (e non solo) il riscaldamento globale, meglio noto al mondo scientifico internazionale con il famoso acronimo di “Global Warming”, in realtà si è intensificato a partire dal 1998, considerata data fatidica, come l’apice di questo trend termico positivo che ha interessato l’intero pianeta. In risposta a tale studio però nascono dei punti interrogativi come; perché proprio il 1998? Come ben insegna la storia del clima, fin dalla notte dei tempi, le temperature sulla superficie terrestre hanno subito dei periodici cambiamenti a livello globale, con ciclici raffreddamenti a cui fanno seguito dei periodi, anche prolungati per svariati secoli, decisamente più caldi“.
“Tali mutamenti sono da addebitare a tanti fattori, fra cui i relativi fenomeni atmosferici, come la “Niña” o “El Niño” e il ciclo di 11 anni delle macchie solari (per citarne solo un paio tra i più significativi, ndr.). Non è un caso se il 1998 è stato utilizzato come anno di riferimento per misurare le tendenze della temperatura media globale. Difatti, se ben ricordiamo, nel 1998, lungo il Pacifico equatoriale, si è scatenato il più potente episodio di “El Niño” che si ricordi a memoria d’uomo. Proprio in quella terribile annata una vastissima area del Pacifico centro-orientale subì un anomalo riscaldamento, con clamorose anomalie termiche positive delle acque superficiali oceaniche, fino ad allora mai registrate. Questo impressionante riscaldamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico (il più vasto e il più influente sulla circolazione generale) ha contribuito a far aumentare, in modo anche brusco, la temperatura media globale, a livelli mai registrati prima, da quando esistono le rilevazioni. Le acque oceaniche caldissime, con valori di oltre i +30°C su una larga fetta del Pacifico equatoriale ed orientale, hanno trasferito all’atmosfera sovrastante enormi quantità di calore latente che hanno determinato un importante rialzo delle temperature globali, soprattutto lungo l’area tropicale, ma con ripercussioni patite sull’area artica”.
L’aumento delle temperature terrestri, dunque, è un dato di fatto, assodato in ambito scientifico già da tempo. Ciò su cui si scontrano da anni gli studiosi è la causa, ovvero se si tratta di un naturale ciclo del clima terrestre o se, diversamente, sia provocato dalle attività umane. Ciò che proprio è assurdo, antiscientifico e privo di ogni fondamento è, invece, mettere in discussione il riscaldamento globale. Cosa che, neanche a dirlo, in questi tempi in cui dilaga la ‘cultura da social’, accade sempre di più.
Secondo una recente relazione del governo statunitense, stilata perlopiù da scienziati delle agenzie federali, è estremamente probabile che “l’influenza umana sia stata la causa dominante del surriscaldamento osservato dalla metà del XX secolo. Per il surriscaldamento dello scorso secolo, non esiste una spiegazione alternativa convincente supportata dalla portata delle evidenze osservate”. In futuro, dunque, riscaldamento e meteo estremi diventeranno la normalità. Secondo gli esperti, per correre ai ripari e limitare il riscaldamento almeno per la parte che concerne le emissioni umane, è necessario far in modo che la temperatura globale non aumenti più di 1,5°C entro il 2030.
Dunque, sebbene parte delle cause del Global Warming siano naturali e si siano già verificate più volte in passato sul nostro pianeta, le attività umane sono tra le cause principali delle tendenze osservate oggi nei cambiamenti climatici, e di conseguenza, se vogliamo garantire un futuro alla Terra, dobbiamo correre ai ripari adesso. Sempre che non sia già troppo tardi.
E Greta dice questo, ovvero quello che dicono migliaia di scienziati nel mondo: apriamo gli occhi e prendiamoci cura dell’ambiente, perché lo stiamo devastando, togliendo speranza ai nostri figli. Ma è difficile far aprire gli occhi a chi non vuole, a chi preferisce rassegnarsi, a chi pur di non comprendere e di non guardare in faccia la realtà, fa finta di niente e prende in giro un’adolescente intelligente e decisa. Chi ha un simile atteggiamento è il tipico prodotto della società moderna: crede alle assurdità mai dimostrate sulle scie chimiche, crede ai complotti, preferisce informarsi su Mark Caltagirone – che non esiste – piuttosto che sul riscaldamento globale, che invece esiste e si palesa ogni giorno davanti ai nostri occhi, con il freddo a maggio, con la pioggia devastante, con i fiumi che straripano e con i danni idrogeologici che ormai sono diventati la normalità anche nel nostro Paese.