Siglata al Pascale l’Alleanza Mondiale Oncologica in Rete. Silvestro Scotti: «Iniziativa meritoria che vede centri oncologici di tutto il mondo uniti per garantire le migliori terapie possibili a chi lotta contro il cancro».
«La firma di oggi suggella un nuovo importante patto per la salute dei cittadini, contribuendo a garantire ai pazienti campani e non solo le migliori terapie disponibili nella lotta al male del secolo: il cancro. Come presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli voglio sottolineare l’importanza di questo evento anche e soprattutto nell’ottica dell’implementazione di un network che, grazie al lavoro portato avanti da Attilio Bianchi, vede sempre più il Pascale protagonista a livello mondiale». Queste le parole del presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti a margine della firma di stamane che vede l’Istituto partenopeo quale promotore di questa Alleanza Mondiale Oncologica in Rete (A.M.O.RE) con le eccellenze di Singapore, Russia, Cile, Colombia e Brasile.
«La firma di condivisione, in qualità di presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli ma – su invito del presidente Anelli – anche nell’interesse condiviso della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, assume un valore ancor più alto nella considerazione della multidisciplinarietà che ormai coinvolge la battaglia contro il cancro. Si tratta di una malattia che va affrontata a più livelli e con la sinergia di tutti i medici e i ricercatori». Il presidente Scotti ha voluto sottolineare come questa cooperazione proposta da Attilio Bianchi in occasione dei 160 anni dalla nascita del Prof. Giovanni Pascale, illustre medico napoletano a cui è intestata la Fondazione Pascale, costituisca nei fatti un valore aggiunto per chi oggi, o nei prossimi anni, dovrà lottare contro una patologia oncologica. «Un’alleanza che garantisce la convergenza dell’attività scientifica dei più accreditati istituti di ricerca a livello mondiale con il solo obiettivo di progredire nella tutela della salute dei cittadini. Particolare significato ha infine l’acronimo A.M.O.RE della Alleanza considerato che l’approccio a tale patologia ha bisogno si del massimo sviluppo tecnologico, di ricerca ma rimane più che mai fondamentale la componente umana della relazione di cura tra medico e paziente».