La Salute del cuore deve partire sin da bambini. Perché se è vero che le malattie cardiovascolari compaiono in età adulta, affondano le radici nell’infanzia. Lo assicurano i pediatri italiani che, al 75esimo congresso della Società italiana di pediatria (Sip) in corso a Bologna, hanno presentato il primo ‘Manuale sul rischio cardiovascolare in età pediatrica e adolescenziale’, redatto con il contributo della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica.
Ma quali sono i principali fattori di rischio già in età pediatrica? I pediatri forniscono un elenco dettagliato dei ‘pericoli’ in agguato per il cuore dei più piccoli:
1) EREDITARIETÀ: da uno studio effettuato dai ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, emerge che per un soggetto maschio il rischio di cardiopatia coronarica aumenta del 55% quando ne è stata affetta la madre e del 41% quando lo è stato il padre. Il rischio raddoppia se sono stati interessati entrambi i genitori. Anche per le femmine il rischio aumenta del 43% e del 17% se sono stati interessati rispettivamente la madre o il padre e dell’82% se entrambi i genitori. La storia familiare può dunque aiutare a individuare chi corre maggiori rischi, consentendo precoci interventi di prevenzione.
2) PESO ALLA NASCITA E NEI PRIMI MESI DI VITA: un basso peso alla nascita (minore del terzo percentile) e un elevato peso alla nascita (maggiore del 97esimo percentile), così come un eccessivo accrescimento ponderale nei primi mesi di vita, sono stati messi in relazione con il rischio di obesità, di ipertensione e di alterazioni cardiovascolari a distanza.
3) SOVRAPPESO E OBESITA’: l’eccesso ponderale è il più conosciuto fattore di rischio, già a partire dall’età pediatrica, per lo sviluppo di malattie cronico degenerative coronariche prime fra tutte quelle cardiovascolari. Il semplice aumento della massa grassa sembra essere un fattore di rischio indipendente, al quale si associano spesso altri fattori meno considerati in età evolutiva, come ipertensione arteriosa, aumento di colesterolo e trigliceridi circolanti o steatosi epatica.
4) FUMO: l’Oms stima che il 10% delle patologie cardiovascolari sia causato principalmente dal fumo di tabacco. E recenti studi hanno evidenziato che, se i genitori fumano, i bambini hanno un maggior rischio di eventi cardiovascolari in età adulta. Sotto accusa non solo il fumo passivo, ma anche quello di ‘terza mano’, ossia quello che si deposita su mobili, pareti, vestiti e che, a contatto con i gas dell’aria, sprigiona sostanze tossiche che rimangono nell’ambiente anche per mesi.
5) SEDENTARIETA’: sia le ore trascorse in attività a basso dispendio energetico, come quelle davanti a tv, computer e smartphone, sia lo scarso tempo dedicato ad attività sportiva da bambini sono associate al rischio cardiovascolare in età adulta.
6) IPERTENSIONE: negli ultimi anni la prevalenza di pressione alta e ipertensione arteriosa in età pediatrica è in aumento, e riguarda in particolare i bambini in sovrappeso o obesi, ma non solo. Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra valori pressori elevati in età pediatrica e alterazioni a carico del ventricolo sinistro già in età pediatrica, inoltre i bambini con valori di pressione arteriosa più elevati possono diventare ipertesi in età adulta.
7) ALTERAZIONI DEL SONNO: sono sempre più evidenti le correlazioni tra alterazioni del sonno e obesità, ipertensione arteriosa (soprattutto negli adolescenti obesi) e rischio cardiovascolare anche in età pediatrica. Le statistiche mondiali e italiane evidenziano come il 27% dei bambini in età scolare e il 45% degli adolescenti dormono meno rispetto a quanto raccomandato per la loro età dalle principali società scientifiche. Le motivazioni sono diverse, ma per l’80% dei casi sono legate a stili di vita scorretti sin dall’infanzia che includono un’alimentazione non bilanciata, l’esposizione eccessiva a dispositivi luminosi nelle ore serali e la ridotta attività fisica.
8) FRUTTOSIO: un eccessivo uso di fruttosio (contenuto nelle bevande zuccherate, tè e nettari di frutta compresi) è nemico della Salute. L’apporto calorico degli zuccheri semplici non dovrebbe superare il 10-15% delle calorie totali, ma queste sono ampiamente superate a tutte le età, persino tra molti bambini nel secondo semestre di vita. Oltre a contribuire al sovrappeso, il consumo reiterato e continuativo di fruttosio sembra responsabile di un innalzamento dell’acido urico, soprattutto in soggetti predisposti, che è correlato con elevati valori di pressione arteriosa e rischio cardiovascolare.
9) MALATTIE CRONICHE: i bambini affetti da alcune malattie croniche (cardiopatie, endocrinopatie, nefropatie e così via) sono a maggiore rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. 10) FARMACI: alcuni medicinali (glucocorticoidi, immunosoppressori, estroprogestinici, diuretici e altri) possono provocare un aumentato rischio cardiovascolare.
Ecco dunque le 5 regole ‘salvacuore’ sin dalla più tenera età:
1) Misurare la pressione arteriosa nel corso dei bilanci di Salute sin dai 3 anni di età;
2) Ridurre l’apporto di sale nella dieta, ma anche il consumo di fruttosio contenuto in particolare nelle bevande zuccherate (soft drink, the zuccherati, succhi di frutta);
3) Incentivare l’abitudine a una prima colazione completa che rappresenti almeno il 20-25% delle calorie giornaliere, favorire l’utilizzo degli alimenti integrali e delle farine poco raffinate, che sono ricchi di fibre, meno assorbibili dall’intestino e producono una minora elevazione della glicemia. Ancora:
4) Far praticare ai bambini regolare attività fisica (almeno 60 minuti al giorno di tipo vigoroso o forte da 5 a 17 anni, come consiglia l’Accademia americana di pediatria), favorire gli spostamenti a piedi e ridurre le attività sedentarie nel tempo libero;
5) Favorire un tempo di sonno adeguato all’età di ogni bambino.