Secondo una ricerca pubblicata su “Sleep”, coordinata da Tamar Sofer del Brigham and Women’s Hospital di Boston, anche la genetica influisce sulla sonnolenza diurna eccessiva, un disturbo che può rendere difficile lavorare, guidare e addirittura svolgere le normali attività quotidiane. L’analisi apre a nuove ricerche che potrebbero consentire di comprendere come fattori esterni (abitudini alimentari scorrette) possano influenzare direttamente il DNA, e condizionare lo stato di veglia diurno.
Lo studio ha coinvolto due campioni indipendenti di individui – 619 e 483 adulti – focalizzando l’attenzione su una modifica genetica detta “metilazione”, l’aggiunta di un composto chimico chiamato “gruppo metile”: si tratta di una modifica epigenetica (“sopra” il gene e non nel suo codice) cruciale, perché influisce sull’attività del gene stesso, riducendola. Le modifiche sono spesso determinate da fattori ambientali (dieta, inquinamento, ecc.) e quindi potenzialmente modificabili.
I ricercatori hanno scoperto almeno 14 modifiche epigenetiche legate alla sonnolenza diurna eccessiva: alcune modifiche erano a carico di geni noti per avere un ruolo nel sonno.