Oggi si è riunito in prefettura a Napoli il comitato per l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza allargato a Napoli e Caserta alla presenza tra gli altri del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del sottosegretario Salvatore Micillo. A distanza di sei mesi dalla firma del Piano d’azione del governo per Terra dei fuochi ed a tre mesi dall’istituzione della cabina di regia governativa affidata all’ingegnere Fabrizio Curcio si sono tirati i conti dell’efficacia del Piano.
Rispetto allo stesso periodo del 2018, nel primo quadrimestre del 2019, sono aumentati controlli, sequestri e anche arresti. “Elemento particolarmente importante, e che avevo precisamente richiesto perché costituisce un forte potere deterrente“, ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Nelle due province di Napoli e Caserta sono aumentate anche le attività controllate da 469 a 506; quelle sequestrate da 119 a 132; i veicoli sequestrati da 340 a 393, le persone controllate da 2930 a 4190, le arrestate da 19 a 30.
“Quello che emerge è che l’attività ispettiva e investigativa sta proseguendo e sta funzionando, ma non ci sfugge che la stagione estiva è alle porte e quindi è lì che il piano si misurerà. I roghi industriali sono diminuiti mentre quelli a bordo strada, di piccolo taglio, dovuti a una cattiva gestione del rifiuto urbano, sono ancora troppo presenti nel territorio della provincia di Napoli e Caserta e su questo chiediamo una maggiore collaborazione dei comuni per affrontare in maniera risolutiva queste problematiche che hanno un riflesso immediato sull’Ambiente, sul rischio roghi e quindi sulla vita dei cittadini. E chiedo alla regione e ai prefetti di stressare maggiormente le amministrazioni locali“, ha aggiunto.
Essenziale al fine di contrastare efficacemente il problema è stata la forma mirata di cooperazione tra il ministero dell’Ambiente e della Difesa, che invoca e valorizza il concetto di “duplice uso” delle risorse militari. In particolare, le capacità operative rese disponibili dall’Aeronautica: satelliti, aerei, droni, piattaforme terrestri e analisti dei dati immagine che cooperano in un sistema integrato. Utilizzando un paradigma ben noto in ambito militare, denominato ISR (Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione).
Un contesto che vede impiegata l’Aeronautica Militare nelle attività di sorveglianza aerea e raccolta informativa su aree ampie o specifici punti di interesse, con l’impiego di sensori provenienti da diverse piattaforme, come sensori elettro-ottici o ad infrarosso in dotazione sia ai velivoli a pilotaggio remoto come il Predator, ma anche ai velivoli Amx, Tornado, Eurofighter ed F35. Attualmente è in corso una sperimentazione proprio in Terra dei fuochi, con l’obiettivo di estendere questa attività di monitoraggio e intelligence anche in altre zone di Italia. Solo nelle ultime due settimane sono state compiute 4 missioni – per un totale di circa 10 ore di volo – e altre sono previste nei prossimi giorni. Velivoli impiegati finora oltre ai noti Eurofighter Typhoon e gli Amx in dotazione all’Aeronautica militare. Inoltre, per le prossime missioni è stato già pianificato l’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto Predator MQ-9. Una novità assoluta nel panorama mondiale: è la prima volta che tale tecnologia militare viene impiegata per affrontare problematiche ambientali, ponendo sicuramente l’Italia ai primi posti e ai massimi livelli di eccellenza per l’impegno istituzionale in campo ambientale. “Noi non molliamo e chiediamo a tutti di considerare la Terra dei Fuochi e il suo presidio ambientale e sanitario una priorità del Paese Italia“, ha concluso il ministro Costa.