Negli ultimi decenni, gli astronomi si sono chiesti se un vicino sciame di materiale che la Terra attraversa regolarmente possa contenere rocce in grado di creare un pericolo per gli abitanti del pianeta. Ora un team di ricercatori della University of Western Ontario sta chiedendo un’analisi più approfondita di questa area, ossia lo sciame meteorico delle Tauridi, che si prepara al suo passaggio più ravvicinato in oltre 40 anni in occasione delle prossime stelle cadenti di giugno.
I ricercatori David Clark, Peter Brown e Paul Weigert hanno pubblicato uno studio, evidenziando il momento migliore per gli astronomi per cercare nello sciame meteorico delle Tauridi qualsiasi segno di rocce grandi e pericolose. Lo studio è stato accettato per la pubblicazione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. “Nel prossimo mese, faremo il passaggio più ravvicinato al centro dello sciame delle Tauridi, il più vicino dal 1975. Quindi per la prima volta con i moderni strumenti, possiamo effettivamente verificare l’ipotesi che ci sia tutto questo materiale molto denso, che ospita oggetti di dimensioni di decine e centinaia di metri, guardando in quel centro”, ha spiegato Brown, professore di fisica e astronomia della University of Western Ontario.
Nonostante le meteore possano essere osservate in qualsiasi notte, esistono anche le piogge di meteore, che sono momenti di maggiore attività. In media, c’è un grande sciame meteorico quasi ogni mese. Questi sciami si verificano quando la Terra attraversa i detriti lasciati dal passaggio di una cometa o di un asteroide. Le Tauridi, associate alla cometa 2P/Encke, sono uno sciame meteorico che si verifica due volte all’anno: una a giugno e una tra ottobre e novembre. Si ritiene che la cometa 2P/Encke sia parte di una cometa più grande che si è distrutta, creando un enorme ammasso di detriti che viene tenuto in orbita dalla gravità di Giove.
Poche meteore raggiungono il suolo, bruciando invece nell’atmosfera. Ma questo non è sempre vero. Basti pensare all’oggetto ampio 20 metri che è esploso sopra ?eljabinsk, in Russia, nel 2013, ferendo oltre 1.000 persone con i frammenti di vetro delle finestre esplose per l’onda d’urto.
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Alcuni astronomi, come Brown e il suo team, ritengono che il nucleo dello sciame delle Tauridi possa nascondere rocce di dimensioni simili a quella di ?eljabinsk o anche più grandi. E se fosse così, significherebbe che la Terra potrebbe vedere una grande roccia spaziale esplodere nell’atmosfera più di una volta in mille anni. Il più grande evento d’impatto mai registrato sulla Terra si è verificato il 30 giugno del 1908, quando il cielo sopra la Siberia centrale sembrava aver preso fuoco e un forte boato ha riecheggiato per le foreste nel cosiddetto evento di Tunguska. In quell’occasione, una roccia ampia 37 metri e dal peso di 100.000kg è entrata nell’atmosfera viaggiando a 54.000km/h ed esplodendo, ha rilasciato l’energia equivalente di 1000 bombe di Hiroshima. Si ritiene che l’esplosione abbia abbattuto oltre 80 milioni di alberi.
Brown e altri esperti credono che la meteora di Tunguska possa essersi originata dallo sciame meteorico delle Tauridi. Nel 2015, le orbite di due grandi asteroidi, uno di diametro pari a 250 metri, sono stati ricondotti allo sciame delle Tauridi, dando ulteriore sostegno a questa idea.
“Potenziale per bombardamento regolare”
Astronomi e telescopi hanno già trovato circa il 90% degli oggetti abbastanza grandi da provocare danni se dovessero entrare in collisione con la Terra. Questi oggetti near Earth (NEO) tipicamente si originano da due aree: la fascia di asteroidi tra Marte e Giove e la fascia di Kuiper, oltre l’orbita di Plutone. Ma le rocce che potrebbero nascondersi nelle Tauridi sarebbero molto diverse. “Lo sciame delle Tauridi è una cosa totalmente diversa. Si sospetta che abbia oggetti relativamente grandi, da 100 metri a 1km… e sono ammassati, quindi non colpiranno in momenti casuali. C’è il potenziale per un bombardamento regolare. Questo cambia del tutto le statistiche, sia per la probabilità di essere colpiti da qualcosa sia per la distribuzione. È un martellamento regolare”, ha spiegato Clark, principale autore dello studio.
In futuro
Anche se a giugno la Terra passerà più vicino allo sciame dal 1975 (a meno di 30 milioni di chilometri dal suo centro), nel 2032 e nel 2036 sono attesi passaggi ancor più ravvicinati. E secondo Brown, è qualcosa di preoccupante: “Se l’ipotesi dello sciame delle Tauridi molto, molto denso è corretta, questo significa che il pericolo di impatto con la Terra potrebbe non essere un processo casuale. Infatti, potrebbero esserci periodi in cui il pericolo di impatto è migliaia o milioni di volte più grande rispetto alle meteore casuali e questi sono intervalli molto specifici in cui dovremmo preoccuparci degli impatti”. Tuttavia, questi intervalli potrebbero presentarsi solo una volta ogni secolo, secondo Brown.
Trovare questi oggetti sarà una sfida, poiché saranno molto tenui. Ma sia Clark che Brown sperano di poter lavorare sui grandi telescopi in grado di affrontare la sfida. Che questi oggetti vengano trovati durante lo sciame di giugno o meno, Clark crede che le Tauridi meritino ulteriori studi. “Se parliamo di un oggetto di 100 metri, non stiamo parlando di un evento che distrugge la civiltà. Ma stiamo parlando di un potenziale evento di Tunguska che spazza il suolo su Toronto, su New York. Sarebbe un disastro. È doveroso comprendere questi oggetti”, ha concluso Clark.