Siamo ormai “oltre le fake news“, siamo alla creazione di “verità parallele, che tendono ad autoalimentarsi, e il cui scontro, genera violenza“. Il preoccupante scenario futuro è tratteggiato dal sociologo della comunicazione Andrea Fontana, docente all’Università di Pavia nel corso di Comunicazione Professionale Multimediale e autore di “Regimi di verità. Convivere con leggende e fatti alternativi”, appena uscito per Eodice Edizioni. In un’intervista con l’AGI lo scienziato ne parla in occasione del convegno dei terrapiattisti, che a Palermo ha riunito pochi adepti ma molti curiosi domenica 12 maggio.
Il processo che ha portato a dubitare di verità scientifiche comprovate, come la sfericità del Pianeta, a detta dello studioso è cominciato “nel ‘900, quando la scienza si è legata al potere: in quel momento si sono create però alcune dinamiche di avversione al potere costituto, come ad esempio l’ondata no-global“, dai rivoli “deviati” delle quali derivano le correnti terrapiattiste e antivacciniste che ci troviamo di fronte. La ribellione al potere ha finito infatti per “mettere in dubbio anche le basi scientifiche stesse della nostra società“. Se, da un punto di vista sociologico, “lo spirito critico delle masse ha anche un lato positivo“, va osservato d’altra parte che – in una dinamica ormai codificata dagli scienziati – oggi “siamo disposti ad essere a mettere in dubbio qualcosa di cui fino all’altro ieri eravamo convinti, perché siamo una specie che vive sotto amnesia“.