E’ il terzo tumore più frequente negli uomini e il secondo più comune nelle donne, ogni anno circa 2700 campani vengono ricoverati per un carcinoma del colon-retto, e sono oltre 2400 gli interventi chirurgici per questo tumore.
Punto di riferimento per la Regione Campania l’Istituto nazionale tumori IRCCS Fondazione G.Pascale di Napoli, dove viene gestito il maggior numero di casi del territorio (con poco meno di 300 interventi l’anno). L’Istituto ha ricevuto la certificazione ISO 9001 per aver migliorato tutti i passaggi in cui è coinvolto il paziente: primo e unico in Italia ad averla ottenuta per il Piano diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) del carcinoma del colon-retto, e sarà dunque apripista per un’assistenza col “bollino di qualità” in Campania. La nuova sfida dell’Istituto Pascale sarà al centro del convegno “Ci prendiamo cura di voi” organizzato con il contributo non condizionato di Johnson&Johnson Medical dalle 11.30 alle 13 nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta in Piazzetta Pietrasanta a Napoli.
“In Campania si registrano circa 2700 casi di tumore al colon-retto l’anno, il terzo tumore più frequente negli uomini dopo quelli al polmone e alla prostata e il secondo più comune nelle donne dopo il carcinoma al seno. Nella nostra Regione, prima del Sud per numero di interventi, vengono operati oltre 2400 pazienti l’anno: è perciò una patologia che è molto importante riuscire a gestire al meglio – spiega Paolo Delrio, direttore della Struttura complessa di Chirurgia Oncologica colon-rettale dell’Istituto Pascale di Napoli – Questo – prosegue Delrio – è prima di tutto un vantaggio per il paziente, che ha finalmente un iter clinico chiaro, e rende inoltre possibile identificare meglio le strutture con le caratteristiche essenziali per una gestione adeguata della patologia, ovvero la multidisciplinarietà dell’approccio e la capacità di offrire interventi mininvasivi come l’asportazione del tumore in chirurgia laparoscopica o l’utilizzo della tecnologia robotica“.
“Abbiamo voluto definire ogni procedura nel dettaglio, dalla modulistica dedicata agli indici di valutazione del risultato – racconta Delrio – Ci siamo messi in gioco per essere valutati dall’esterno in maniera critica e indipendente, in modo da offrire ai nostri pazienti un percorso assistenziale che possa garantire il massimo della qualità in ogni momento della malattia, aumentando la sicurezza dei malati e riducendo i rischi“.
”Ci siamo messi in gioco secondo la logica di quello che ormai è diventato il nostro paradigma 1+1=3 – aggiunge Attilio Bianchi, direttore generale dell’Istituto Pascale – quando c’è sinergia il risultato è sempre maggiore della somma dei singoli componenti. Compartecipazione, collaborazione e condivisione le parole chiave della nostra organizzazione orientata non solo a raggiungere ma ancor di più a consolidare l’eccellenza sia nei percorsi di cura che di ricerca. Eccellenza al servizio dei pazienti, corretta informazione al servizio dei cittadini, il Pascale è voluto ancora una volta uscire dalla collina e scendere in mezzo alla gente perché #iomicuroalsud non è solo un hashtag ma una realtà“.