Tornano in tutta Italia le Azalee dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca contro il cancro, che ogni anno in occasione della Festa della mamma organizza la vendita benefica dei fiori alleati della lotta ai tumori femminili. “Contro il cancro, io ci sono” è il motto della manifestazione in programma lungo la Penisola domenica 12 maggio (per conoscere la piazza più vicina cliccare su airc.it o chiamare il numero 840 001 001). Un appuntamento che a Milano ‘si fa in 4’: nel capoluogo lombardo i volontari distribuiranno l’Azalea della ricerca già a partire da giovedì 9 maggio presso il Villaggio dei partner dell’Adunata nazionale degli alpini in largo Cairoli, e saranno presenti in moltissime altre piazze dal 10 al 12. Sempre nella città meneghina, anche domani 7 maggio circa 70 negozi di Brera addobberanno le loro vetrine con le piantine colorate.
“Non un semplice fiore – sottolinea l’Airc – ma una preziosa alleata della salute al femminile, che in oltre 30 anni ha contribuito a migliorare la qualità di vita delle donne rendendo il cancro al seno e agli organi riproduttivi sempre più curabili“, portando “nuova linfa al lavoro dei ricercatori” impegnati in questa battaglia. “Nell’ultimo triennio – ricorda una nota – Airc ha messo a disposizione degli scienziati più di 32 milioni di euro per studi sulla prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro al seno e agli organi riproduttivi. Un impegno straordinario per affrontare queste neoplasie che solamente lo scorso anno in Italia si stima abbiano colpito 68.300 donne“.
Con circa 52.300 nuove diagnosi, il cancro al seno è il più diffuso e colpisce nella vita una donna su 8. E’ tuttavia anche il tumore per il quale negli ultimi 2 decenni la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando all’87% la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. “Un traguardo importante che però non può bastare – precisa l’associazione – Ci sono infatti ancora tante pazienti che aspettano risposte per alcune delle forme più aggressive. Fra queste, il tumore al seno triplo negativo che colpisce soprattutto in giovane età e contro il quale non sono disponibili terapie mirate, e il carcinoma mammario metastatico che dalla sede primaria si è diffuso in altri organi“.
Ci sono poi i tumori ginecologici che interessano circa 16 mila pazienti l’anno. Per le neoplasie dell’endometrio e della cervice uterina la sopravvivenza a 5 anni ha registrato una crescita costante, arrivando rispettivamente al 77% e al 74%, evidenzia l’Airc. La situazione è invece più complessa per il tumore dell’ovaio, che risulta difficile da diagnosticare precocemente e spesso presenta un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci. Per superare questi problemi i ricercatori dell’associazione stanno sperimentando nuove combinazioni terapeutiche volte a ridurre la resistenza ai farmaci. Inoltre stanno focalizzando l’attenzione sull’immunoterapia, in modo da individuare nuovi trattamenti capaci di stimolare le difese naturali delle pazienti.
A rappresentare i circa 5 mila scienziati Airc nell’immagine simbolo della campagna 2019 per l’Azalea della ricerca c’è Carlotta Giorgi, ricercatrice presso il Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina sperimentale dell’università di Ferrara e mamma di 5 figli. Giorgi guida un gruppo tutto ‘rosa’ concentrato sulla comprensione dei meccanismi regolatori che agiscono sulla moltiplicazione delle cellule tumorali. “Grazie al fondamentale sostegno di Airc – dice – con il mio gruppo stiamo studiando il ruolo della ‘proteina-freno’ Pml nel microambiente attorno al tumore dove si trovano le cellule del sistema immunitario, con l’obiettivo di identificare una terapia combinata che renda il tumore sensibile ai farmaci chemioterapici e meno capace di crescere, e che riattivi anche la piena risposta immunitaria“.
Accanto a Carlotta anche Francesca, mamma di Lorenzo ed Elisa, che 4 anni fa ha ricevuto una diagnosi di carcinoma al seno e che oggi con la sua testimonianza vuole sottolineare i progressi della ricerca: “Alle donne che ricevono una diagnosi di tumore al seno voglio dire che è importante che non si sentano sole – afferma – Come loro all’inizio ho creduto di non potercela fare, ero terrorizzata. Poi però sulla mia strada ho trovato ottimi medici che mi hanno seguita e mi hanno trasmesso la consapevolezza che la ricerca ogni giorno lavora per individuare nuove strade per le pazienti. Fondamentale per me è stato anche il supporto della psico-oncologa che mi ha accompagnato durante tutto il percorso di cura aiutandomi a superare i momenti più complicati“.