Nel panorama sempre molto dibattuto dei vaccini, si prospetta un altro punto di vista, quello economico. Infatti vaccinarsi converrebbe e non solo alla salute.
Per ogni euro investito in vaccinazione ne tornerebbero 2,50 in termini di gettito fiscale e 20 in termini di risparmi previdenziali. E’ quanto calcola ALTEMS – Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari – in occasione del convegno “Vaccinarsì consapevolmente… 50+“, che si è svolto oggi a Roma.
“La prevenzione – spiega Americo Cicchetti, direttore dell’ALTEMS – rappresenta in genere un’opzione costo-efficace per quelle patologie che sono appunto prevenibili. E’ su queste basi che abbiamo iniziato un programma di ricerca sul tema della vaccinazione in età adulta, perché riteniamo che ci sia un grande valore clinico ed economico dietro la promozione della vaccinazione negli adulti“.
Il convegno, che ha visto riuniti medici, economisti, rappresentanti del ministero della Salute, di quello dell’Economia e delle Finanze e dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, affronta il tema delle vaccinazioni dell’adulto – antinfluenzale, antipneumococcica e contro l’Herpes zoster – con uno sguardo rivolto all’impatto fiscale di questi strumenti di prevenzione.
“Abbiamo implementato un modello di simulazione al quale stiamo lavorando da già 2 anni – afferma Matteo Ruggeri, economista sanitario e docente dell’Università Cattolica – per stimare quale fosse l’impatto fiscale di politiche vaccinali riguardanti l’influenza, lo pneumococco e l’Herpes zoster e la sua complicanza. Abbiamo utilizzato dati di letteratura e stime Inps e Istat per tenere in considerazione variabili demografiche, regionali e cliniche, che ci consentissero di mettere in relazione le giornate di lavoro perse nelle varie regioni italiane con il numero di infetti“.
Il dato che emerge è che sia l’impatto fiscale che le perdite di produttività al Sud sono inferiori rispetto alle regioni del Nord, ma più elevate rispetto alle regioni del Centro. Una variabile di notevole importanza sono “il tasso di assenteismo che è più alto al Sud, e la composizione degli occupati per settore produttivo, ma soprattutto il numero di impiegati nel settore pubblico, che, come alcune recenti evidenze mostrano, registrano quasi il 25% in più di assenze dal lavoro rispetto al settore privato“, si legge in una nota.
I risultati del modello elaborato da ALTEMS possono essere sintetizzati in un rapporto costo-beneficio che esprime il recupero di risorse, in termini di gettito fiscale aggiuntivo e di risparmi per la previdenza sociale al netto del costo procapite della vaccinazione.
Il risparmio previdenziale per ogni euro investito in vaccinazione e ammonta invece a circa 22 euro al Nord, mentre al Sud ed al Centro è di poco sotto ai 19 euro. La vaccinazione antipneumococco è quella che restituisce maggior gettito fiscale procapite (intorno ai 4 euro al Nord e 3,50 al Sud e al Centro), mentre la vaccinazione anti Herpes zoster è quella che consente un maggior recupero di costi previdenziali procapite (quasi 26 euro al Nord e sotto i 25 al Centro e al Sud). La vaccinazione antinfluenzale è quella che consente un maggior recupero sia di gettito che di risparmi previdenziali in senso aggregato, circa nell’ordine dei 240 milioni al Nord, 100 milioni al Centro e 110 milioni al Sud.