Acqua del rubinetto: indagine sul consumo da parte delle casalinghe italiane

L’indagine ha quotato la propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non, da parte delle casalinghe italiane al 63,7%
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AQUA ITALIA, al fine di promuovere una moderna “cultura dell’acqua”, svolge dal 2006 una ricerca sul consumo dell’acqua km zero in Italia. L’indagine Open Mind Research nella sua ultima edizione ha quotato la propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non, da parte delle casalinghe italiane al 63,7%. Di queste, il 36,6% dichiara di berla sempre o quasi sempre.

I principali motivi per cui preferiscono l’acqua a km zero è la comodità per il 31,7% delle intervistate, seguita dal gusto (18,1% ) e il minor costo (14,6%).

In particolare poi, il 18,5 dichiara di avere almeno un dispositivo di trattamento dell’acqua nella propria abitazione (in aumento di circa 4 punti percentuali rispetto al 2016). La tipologia più gettonata è la caraffa filtrante scelta dal 6,6% delle intervistate, seguita dagli apparecchi con filtro per l’eliminazione di cloro e/o altre sostanze indesiderate (5,4%). Nel dettaglio, il 41,2 % di coloro che posseggono un sistema di affinaggio dell’acqua ha anche sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica dell’apparecchio per garantirsi una qualità costante nel tempo.

Parlando invece di acqua trattata servita negli esercizi commerciali (alberghi, bar, ristoranti), il 20,9% la beve abitualmente e il 47,8% dichiara che la berrebbe senza problemi qualora gli venisse offerta.

Si è anche indagato sulla propensione all’utilizzo dei Chioschi dell’Acqua (le cosiddette Casette comunali) che erogano acqua refrigerata, gasata o filtrata in centinaia di comuni italiani. Dall’analisi è emerso che il 40,5% delle intervistate usa o userebbe il servizio e il 62,8% è aggiornato sulla disponibilità o meno del servizio nel proprio comune.

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