“Nell’acceso dibattito sul futuro dell’EIPLI (Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia) devono essere consolidati quali principi inalienabili e fondamentali che l’acqua sia pubblica, che l’uso agricolo sia il primo dopo quello umano e che la mission dell’ente sia prioritariamente a servizio delle campagne. Affermati questi come postulati indiscutibili, bisogna però concentrarsi sul modello organizzativo dell’ente commissariato da 40 anni e sopravvissuto ad oltre una trentina di tentativi di soppressione”: ad indicarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), che prosegue:
“Ciò che infatti bisogna evitare è uno scontro ideologico tra le parti che rischia di non dare risposta alle esigenze di efficiente gestione idrica. La liquidazione dell’EIPLI e la sua trasformazione in una società per azioni a capitale pubblico, in mano al Ministero dell’Economia con la vigilanza del MIPAAFT e del MIT e con la possibilità di ingresso offerta alla Regioni Campania, Puglia e Basilicata, come previsto dal Decreto Crescita, ci pare una proposta praticabile, ulteriormente rafforzata dall’eventuale, esplicito divieto alla cessione delle quote per evitare possibili scalate da parte di multinazionali della gestione idrica. Il vero nodo, cui prestare grande attenzione, è l’interpretazione da parte dell’Ente delle diverse destinazioni della risorsa idrica, riconoscendo le molteplici esternalità positive dell’irrigazione, determinante per la conservazione dell’ambiente.”
“La sfida è quella di frequentare il futuro con soluzioni di efficienza, nel rispetto inderogabile del carattere pubblico dell’acqua – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – consegnando al Sud una chance per colmare il gap rispetto al resto del Paese e valorizzando un’agricoltura d’eccellenza.”