Cambiamenti climatici e sviluppo rurale: a Castrovillari il workshop sulla gestione delle foreste

Nei giorni scorsi si è tenuto a Castrovillari il workshop a tema "Cambiamenti climatici e sviluppo rurale"
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Si è tenuto, venerdì 31 maggio e sabato primo giugno, a Castrovillari, presso la sede del Parco Nazionale del Pollino, il workshop dal titolo: “Cambiamenti climatici e sviluppo rurale, obiettivo bosco: gestione attiva per la multifunzionalità delle foreste calabresi”.

La due giorni, è stata promossa e coordinata dall’Ente di Formazione professionale INFOLIFE  di Scalea in collaborazione con l’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali di Cosenza mediante l’utilizzo della Misura 1 del PSR Calabria 2014-20, intervento atto a favorire il trasferimento della conoscenza e l’informazione.

Prima di dare inizio ai lavori, il presidente di INFOLIFE, Antonio Mingrone, ha ringraziato il presidente del Parco nazionale del Pollino per la grande disponibilità, gli illustri relatori e  tutti i presenti. «Sono molto soddisfatto  della collaborazione  con l’ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali di Cosenza – ha affermato Mingrone – che ci ha consentito, grazie  alla Misura 1 del PSR Calabria 2014-20 di organizzare anche questo secondo workshop, dopo quello del 22 marzo a Cosenza, che ha visto la presenza di relatori illustri. L’attività di comunicazione e informazione del PSR Calabria 2014/2020 – aggiunge il presidente di INFOLIFE –  è un vero e proprio valore aggiunto al sistema di formazione continua in campo agricolo, soprattutto per i giovani agricoltori.

pollino workshop cambiamenti climatici, agricoltura 2Dopo l’intervento del presidente di INFOLIFE,  i saluti di Francesco Cufari, dottore Agronomo,  presidente della federazione dottori Agronomi e dottori Forestali di Cosenza e gli interventi istituzionali di: Domenico Pappaterra, presidente del parco nazionale del Pollino;  Cristina Potenza, comandante reparto Carabinieri forestali del Parco nazionale del Pollino e  Giuseppe Zimbalatti, direttore Dipartimento di Agraria dell’università Mediterranea di Reggio Calabria e tanti altri tecnici e relatori che hanno sottolineato, come oggi sia fondamentale tutelare le nostre foreste, le nostre aree naturali e le nostre montagne.

L’obiettivo della prima giornata è stato quello di stimolare un confronto e uno scambio di idee discutendo di foreste, di testo unico forestale e di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. Si è discusso di gestione attiva delle foreste con l’intervento di diversi esperti del settore che hanno presentato ricerche scientifiche ed interventi normativi sul tema della gestione sostenibile delle aree forestali, con un occhio di riguardo, ovviamente, al contesto calabrese. Davanti a numerosi studenti della facoltà di Agraria,  in una sala gremita in ogni ordine di posti, è stato sottolineato da Francesco Cufari che il 32% del cambiamento climatico deriva dal mondo agroforestale. «Ecco perché – ha continuato Cufari –  i dottori agronomi ed i dottori forestali hanno e avranno una grande responsabilità nei processi di mitigazione ed adattamento al climate change. Pertanto le competenze di Agronomi e Forestali dovranno essere utilizzate al meglio per conservare le grandi foreste, combattere la deforestazione, incentivare l’uso di materiali a basso impatto ambientale ed aumentare la resilienza e la resistenza dei boschi».

Nella giornata di sabato, invece, è stata effettuata un’escursione tecnica nella zona del Parco Nazionale del Pollino per esaminare alcuni esempi di gestione sostenibile dei boschi. Durate l’attività è stato evidenziato da  Andrea Bellusci, dottore Forestale, coordinatore della commissione Forestazione della Federazione,  quanto sia fondamentale far conoscere il ruolo del dottore Forestale e l’importanza della sua consulenza e azione nella gestione del patrimonio boschivo. «Solo con un’azione guidata da chi è preparato e competente  – ha dichiarato Bellusci – sarà possibile per la Calabria continuare ad avere boschi vivibili, che tutelino la montagna e che diventino risorsa per le aree rurali, così come accade oggi in tante aree montane d’Italia e d’Europa».

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