La carenza di vitamina D è potenzialmente molto pericolosa e può causare diverse patologie, alcune delle quali notevolmente dannose la salute. In particolare è stato osservato un nesso tra carenza di vitamina D e assunzione di fruttosio: tale combinazione può infatti generare l’insorgenza di danni al fegato, provocando la statosi epatica e la fibrosi interstiziale epatica con attivazione delle cellule stellate epatiche e l’alterazione della lipogenesi, della beta-ossidazione e dell’infiammazione del fegato. Osservazioni analitiche hanno inoltre evidenziato che tale combinazione aumenta l’insulinoresistenza.
Il fruttosio aggiunto alle bevande analcoliche e ai cibi lavorati, così come il frequente riscontro di carenza di vitamina D nell’organismo, sono infatti due elementi considerati causa di lesioni negli organi bersaglio.
Lo studio, pubblicato su The Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology è opera dei ricercatori dell’Università di Rio de Janeiro, in particolare. E’ stato studiato il fegato dopo una deficienza cronica dell’alto-fruttosio carente e integrata con vitamina D. La ricerca ha osservato la condizione di alcuni topi per 10 settimane, creando sei gruppi di categoria: controllo (C), controllo carente di vitamina D ( CDD), controllo integrato con vitamina D (CDS), fruttosio (F), fruttosio carente di vitamina D (FDD) e fruttosio integrato con vitamina D (FDS).
I ricercatori hanno generato volontariamente carenza o integrazione di vitamina D, per osservarne le differenze. La pressione arteriosa è risultata aumentata sia in coloro che manifestavano carenza di vitamina D, sia in coloro che assumevano fruttosio, sia nel caso di fruttosio carente di vitamina D. Coloro che risultavano carenti di vitamina D e che avevano assunto fruttosio hanno manifestato resistenza all’insulina.
La steatosi e la fibrosi sono state osservate nei gruppi che manifestavano sia carenza di vitamina D, sia assunzione di fruttosio, sia fruttosio carente di vitamina D. Tutti questi dati sono migliorati quando la vitamina D è stata integrata negli animali.