La fama e la grandezza di Ettore Majorana come scienziato affascinano ancora quanti sono appassionati di fisica e scienza, così come la sua scomparsa avvolta nel mistero. A distanza di 81 anni, è ancora vivo il caso del 31enne fisico siciliano, noto per le sue intuizioni geniali nel campo della fisica teorica. La sua vita breve ma intensa è stata al centro del convegno dal titolo “Ettore Majorana: scienza, cinema e innovazione” ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo. Una ricerca celebrata da scoperte scientifiche, immagini e testimonianze inedite che proprio di recente hanno aperto la strada a due nuovi progetti audiovisivi su Ettore Majorana: la miniserie per il web “La Radio” e il cortometraggio cinematografico “La particella fantasma“. Entrambi i lavori sono firmati Slinkset for Innovation, la nuova società di consulenza progettuale e produzione cinematografica che dopo l’evento di presentazione in anteprima mondiale all’area Next del Marché du Film di Cannes 2019, ha illustrato i due progetti audiovisivi nel corso del convegno palermitano.
“La web series – afferma Daniele Occhipinti, il project manager di prodotti audiovisivi e fondatore di Slinkset – serve ad accompagnare nel tempo il progetto madre, il prodotto cinematografico su Ettore Majorana. Entrambi i lavori sono ispirati a fatti realmente accaduti, ma mentre il primo richiama la storia di Gilda Senatore, l’ultima persona che ha visto Majorana all’Istituto di Fisica di Napoli, nel secondo ci domandiamo cosa ha fatto la famiglia dal momento della sua sparizione. Personalmente ritengo che non si sia suicidato e che si è allontanato volontariamente. Tutto il resto è il depistaggio di un genio legato al suo modo di essere“.
Gli fa eco Angelo Pagano, ricercatore dirigente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare di Catania: “La sua grandezza è data dal fatto che non è morto, ma continua a essere vivo attraverso le sue idee. Solo gli studiosi di altissimo livello, del calibro dei Nobel, riescono a entrare nei meandri della complessa matematica che usava. Penso che la sua scomparsa sia legata al suo rivedere anche l’idea della fisica come scienza“.
La sua enigmatica scomparsa ha affascinato tanti, dal giudice Paolo Borsellino – che indagò la pista di un clochard arrivato a Mazara nel 1942, quattro anni dopo la scomparsa del fisico catanese – a Leonardo Sciascia che a metà degli anni ’70, in un libro a lui dedicato, propose l’ipotesi del suo ritiro in un monastero, nella Certosa di Serra San Bruno in Calabria. Andando oltre alle numerose congetture che esistono al riguardo, in pochi credono al suicidio dello scienziato catanese. “Ricordo che a casa si parlava poco di Ettore e spesso sottovoce, per non farsi sentire da noi bambini”, racconta il nipote Fabio Majorana che crede suo zio abbia deciso di andarsene volontariamente, e “lo ha fatto in modo perfetto, infatti ancora lo stanno cercando. Secondo me aveva bisogno di serenità. C’era molta rivalità nel mondo della fisica e lui era lontano da quella competizione“.
Ed Erasmo Recami, biografo ufficiale di Majorana che di recente ha pubblicato un nuovo libro sulla sua esistenza, collegato in videoconferenza dal Brasile ha aggiunto: “Molti scienziati sono affascinati dalla cosiddetta particella di Majorana, teorizzata 80 anni fa e la cui presenza risulta importante perché avvicina alla possibilità di realizzare strutture adeguate per la creazione dei computer quantistici e se oggi fosse vivo riceverebbe almeno due premi Nobel. Gli studiosi si stanno accorgendo che Fermi non aveva torto quando affermava che Ettore era un genio alla pari di Newton e Galilei“. Recami crede “che gli costasse troppo fatica convivere con l’immagine che gli era stata imposta dalla società. Forse aveva solo bisogno di vivere in pace con il proprio equilibrio interiore“. E come diceva Fermi, “se lui avesse voluto scomparire, con l’intelligenza che possedeva, nessuno l’avrebbe mai trovato: e in effetti così è stato“.