Eleonora Bottaro era una giovane di Bagnoli, nel padovano, che si ammalò di una grave forma di leucemia tra il 2015 e il 2016 e morì dopo aver deciso di non sottoporsi a chemioterapia. Ora i suoi genitori sono stati condannati dal tribunale di Padova a due anni di reclusione. Secondo la ricostruzione dei fatti Lino e Rita Bottaro avrebbero spinto la ragazza a seguire i metodi alternativi del sedicente dottor Hamer a base di vitamine e cortisone. Secondo la procuratrice aggiunta Valeria Sanzari, che puntò subito la lente delle indagini su madre e padre per omicidio colposo, la ragazza sarebbe stata plagiata dai genitori e convinta a rifiutare le cure delle medicina ufficiale.
Il percorso giudiziario era iniziato qualche settimana dopo la morte della ragazza, avvenuta il 29 agosto del 2016, ovvero dopo una settimana dal compimento dei suoi 18 anni. Dopo l’udienza preliminare nel 2017 il gup Mariella Fino ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere nei confronti dei due genitori con la formula “il fatto non costituisce reato“. Secondo il giudice, Eleonora, nonostante la minore età, era una giovane adulta in grado di decidere la sua cura autonomamente. Inoltre i Bottaro, secondo il Gup, erano in buona fede: avevano scelto un percorso culturale autonomo, non condiviso dalla scienza, certo, ma determinato dalla libertà di pensiero che tutela la Costituzione.
Il pm Valeria Sanzari ha fatto ricorso contro questa decisione e la Corte d’Appello ha sposato la linea della procura. Nel rimandare il procedimento in primo grado i giudici sono stati particolarmente duri. “Il comportamento degli indagati appare essere stato diretto a una continua manipolazione della volontà di Eleonora mediante un’opera di filtro, censura e denigrazione di ogni approccio diagnostico e terapeutico che non corrispondesse alle loro preconcette idee in base a quel continuo atteggiamento di non sapere ascoltare e abbarbicarsi alle loro illusioni” ha scritto il presidente della sezione del secondo grado Alessandro Apostoli Cappello a proposito di Lino e Rita Bottaro.
Contro queste parole l’avvocato Raffaella Giacomin, che difende la famiglia, si è opposto con ricorso in Cassazione, che è stato respinto, pertanto il processo ha avuto inizio lo scorso ottobre. Nel corso delle udienze sono stati sentiti i medici che avevano in cura la ragazza, che hanno raccontato la grande difficoltà nel riuscire a parlare da soli con la giovane malata, vista l’ingerenza dei genitori. Sentito dal pm anche il professor Paolo Benciolini, medico legale tutore di Eleonora per qualche mese prima della sua morte. A lui il tribunale dei minori aveva affidato il compito di prendersi carico della cura della giovane, ma la ragazza ha continuato a opporsi fino alla sua morte.