Identificati i primi segnali del Parkinson: si presentano tra i 15 e i 20 anni prima della sua insorgenza

In Italia e in Grecia ci sono comunità che presentano un alto numero di portatori di una mutazione genetica che svilupperà con certezza il morbo di Parkinson
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Un team di scienziati ha identificato i primi segni del Parkinson nel cervello, che si presentano fino a 15-20 anni prima che si sviluppino i sintomi veri e propri. L’annuncio è stato dato ieri dalla BBC, la quale ha riportato i dati di una ricerca realizzata dagli studiosi del King’s College di Londra. Scansionando diversi pazienti ad alto rischio ha individuato dei malfunzionamenti nel sistema della serotonina nel cervello, ovvero la sostanza che controlla l’umore, il sonno e il movimento.

Il morbo di Parkinson è la malattia neurodegenerativa più comune dopo l’Alzheimer. Nello studio diretto da Marios Politis e condotto presso il King’s College di Londra si è visto che ancora prima che compaiano i primi sintomi nel cervello viene interessata l’area che rilascia il neurotrasmettitore ‘serotonina‘, finora non associato alla malattia. Reso noto sulla rivista Lancet Neurology, lo studio potrebbe portare allo sviluppo di nuove terapie per prevenire la malattia, per fermarla sul nascere o rallentarne il decorso.

parkinsonLa ricerca è ancora all’inizio e dunque gli esperti si sono riservati di effettuare altri e più completi studi. In genere il morbo di Parkinson è associato alla carenza di dopamina nel cervello. Non c’è una cura, ma solo dei trattamenti per tenere sotto controllo i sintomi. La ricerca è partita da 14 persone che vivono in villaggi della Grecia meridionale e in Italia, i quali hanno tutti rare mutazioni nel gene SNCA, che rendono quasi certo lo sviluppo di questo male. Facendo verifiche incrociate con 65 pazienti col Parkinson e 25 volontari sani, i ricercatori hanno potuto enucleare delle modifiche nell’encefalo in pazienti tra i 20 e i 30 anni  E’ emersa una chiara disfunzione del centro neurale della serotonina, non solo in tutti i pazienti, ma anche in quei soggetti ancora sani ma che avrebbero sviluppato il Parkinson in futuro a causa della mutazione. Significa che queste anomalie dei centri della serotonina precedono la disfunzione più tipicamente associata alla malattia, e cioè quella a carico dei neuroni che producono la ‘dopamina’, neurotrasmettitore fondamentale ad esempio nel controllo motorio.

Si tratta dunque di modifiche collocate nel sistema di produzione della serotonina, sostanza chimica che ha molte funzioni nel cervello, regolando l’umore, l’appetito, la cognizione, il benessere e il movimento. Se questi risultati saranno confermati su una casistica maggiore di individui, osservare il sistema neurale della serotonina potrebbe divenire una pratica per predire chi è a rischio di Parkinson.

 

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