L’Europa sta facendo i conti con un’ondata di caldo africano che sta infrangendo record su record in Francia, Italia, Germania, Svizzera e Polonia, creando grandi disagi alla popolazione di gran parte dei settori centro-occidentali del continente. La Francia, insieme alla Spagna, è il Paese che sta registrando le temperature più alte, ben oltre i +40°C, con le previsioni di oggi che indicano +45°C nelle parti meridionali del Paese, mettendo a rischio il record assoluto della Francia. Si tratta di temperature eccezionali per questo periodo dell’anno nell’Esagono francese, che già nell’ondata di caldo del 2003 aveva visto morire oltre 15.000 persone per effetto del caldo estremo.
Ma in questi giorni in cui il Paese affronta nuovamente un super caldo, agli esperti torna in mente anche l’eccezionale ondata di caldo del 1911 in Europa, quando la Francia fu soffocata per ben due mesi da temperature incredibilmente elevate.
“Il caldo batte le pareti, diffonde sul lastricato di Parigi le sue macchie di fuoco, secca le gole, brucia le teste e dà ai più gioiosi il desiderio di piangere. Respirare! Questo è stato oggi l’unico desiderio dei parigini. Negozi chiusi, strade deserte”. Così un giornalista di Le Figaro descriveva la situazione in Francia il 29 luglio del 1911. Le giornate del 22 e 23 luglio di quell’anno erano state particolarmente calde, con temperature superiori a +35°C sull’insieme del Paese e i francesi speravano in una riduzione del caldo nel mese successivo. Agosto, invece, si sarebbe rivelato uno dei mesi più caldi della storia. In particolare, a Parigi ci furono 13 giorni consecutivi con temperature di oltre +30°C. L’Osservatorio di Montsouris registrò +37,7°C il 10 agosto 1911, “la temperatura più alta che il termometro registra dal 1757… sotto Luigi XV”, riporta Le Figaro.
Quell’anno, l’ondata di caldo sarebbe proseguita fino alla metà di settembre, arrivando ad uccidere 40.000 persone, ¾ delle quali erano bambini, soprattutto in tenera età, riporta La Croix. Fattore aggravante, un’epidemia di afta epizootica che colpì buona parte della Francia e che ebbe un effetto sulla quantità e sulla qualità di latte prodotto per nutrire i neonati. Il restante quarto delle vittime fu rappresentato dagli anziani. “La caratteristica di questa ondata di caldo, è che queste temperature molto elevate, associate ad un irraggiamento solare importante, senza pioggia, sono durate troppo a lungo. Dopo un relativo affievolimento alla fine del mese di agosto, l’ondata di caldo riprende a settembre per cessare solo a metà mese”, scriveva la storica Catherine Rollet nel 2016.
“Bisognerà segnare l’anno del 1911 con una croce nera. Durante il lungo periodo di caldo, la morte non ha smesso di falciare i più piccoli ancora con il biberon”, scriveva all’epoca un medico del dipartimento della Senna inferiore, citato da La Croix. E in effetti, la mortalità infantile, che era diminuita dopo l’inizio del secolo, in quell’anno conobbe una ripresa che inquietò le autorità: dai 94 morti ogni 1.000 bambini nel periodo 1906-1910, nel 1911 si passò a 115 ogni 1.000 bambini, secondo quanto scritto da Rollet.