Condannati a tre mesi di carcere, pena sospesa, i genitori di Francesco, il bambino di 7 anni di Cagli (Pesaro Urbino) morto il 27 maggio 2017 per una otite batterica bilaterale curata con l’omeopatia. Lo ha deciso con giudizio abbreviato il gup di Ancona Paola Moscaroli per l’accusa di concorso in omicidio colposo aggravato.
I genitori del piccolo si erano affidati alle cure del medico pesarese Massimiliano Mecozzi, anche lui imputato, specializzato in omeopatia, che aveva consigliato prodotti omeopatici invece degli antibiotici per lenire l’otite del bambino poi degenerata in una encefalite. Il gup ha rinviato a giudizio il medico per il quale si procedera’ con rito ordinario poiche’ non ha fatto richieste di riti alternativi. Il processo si aprira’ il 24 settembre. I difensori hanno preannunciato che ricorreranno in appello contro la condanna dopo aver letto le motivazioni della sentenza che verranno depositate entro 90 giorni.
“Non si può curare un’infezione con dell’acqua fresca”. Lo ha detto all’AGI il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, commentando il caso del bambino di 7 anni morto due anni fa a causa di un’otite curata con l’omeopatia. “L’omeopatia non funziona e non puo’ essere sostituita da farmaci la cui efficacia e’ stata dimostrata scientificamente”, sottolinea Garattini. “Casi come questi ci dicono che purtroppo la scienza non è ancora entrata a far parte della nostra cultura e a pagarne le conseguenze sono i bambini”, ribadisce l’esperto. “Non dare un farmaco vero a un bambino che sta male – continua – può essere considerata una vera e propria omissione di soccorso. Sul medico del bambino pesa una grave responsabilità”.