Noa Pothoven non è morta per eutanasia: si è suicidata a 17 anni dopo abusi sessuali, una storia che fa riflettere

È giunta alla conclusione una vicenda che colpisce non solo per la triste fine di una giovane ragazza, la cui vita è stata distrutta dalle violenze subite al punto da preferire la morte, ma anche per la facilità con cui è stata diffusa una notizia errata, tra l’altro su un tema così delicato
MeteoWeb

In questa settimana, i giornali di tutto il mondo hanno diffuso la triste storia di Noa Pothoven, ragazza olandese che ha scelto di morire a 17 anni dopo la sofferenza ritenuta “insopportabile” per via di depressione, stress post-traumatico e anoressia in seguito a ripetuti abusi sessuali subiti quando era ancora una bambina. La vicenda ha fatto il giro del mondo perché in un primo momento era circolata la notizia che Noa avesse ottenuto l’eutanasia, legale in Olanda dal 2002 dai 12 anni in su, solo dopo che un dottore ha stabilito che la sofferenza del paziente è insopportabile e senza alcun miglioramento in vista.

In realtà, dopo giorni in cui i media stranieri e anche quelli italiani, hanno diffuso la notizia dell’eutanasia, la clinica Levenseinde, a cui la giovane si era effettivamente rivolta, ha rilasciato un comunicato stampa in cui afferma di aver negato la “dolce morte” alla giovane e ha spiegato le vere cause della sua scomparsa. “La clinica Levenseinde viene contattata da tutto il mondo per una reazione alla morte della diciassettenne Noa Pothoven. Tuttavia, a causa delle regole sulla privacy, non possiamo rilasciare dichiarazioni al riguardo. Per porre fine alla segnalazione errata (in particolare sui media stranieri) della sua morte, facciamo riferimento alla dichiarazione fatta dagli amici di Noa questo pomeriggio: Noa Pothoven non è morta per eutanasia. Per fermare la sua sofferenza, ha smesso di mangiare e bere. La clinica Levenseinde tratta esclusivamente l’eutanasia e lo fa esplicitamente all’interno del quadro legale”, riporta il comunicato.

noa pothovenGiunge così alla conclusione una vicenda che colpisce non solo per la triste fine di una giovane ragazza, la cui vita è stata distrutta dalle violenze subite al punto da farle preferire la morte a simili sofferenze quotidiane, ma anche per la facilità con cui è stata diffusa una notizia errata, tra l’altro su un tema così delicato. La vicenda di Noa, morta il 2 giugno scorso, non aveva trovato molto spazio sui media olandesi, ma ha ricevuto un’enorme spinta di popolarità quando è apparsa per la prima volta sui media inglesi che hanno parlato di eutanasia nonostante non vi fosse un esplicito riferimento alla pratica. In un articolo, The Guardian ha successivamente spiegato l’origine della diffusione della notizia falsa nel Regno Unito con un errore da parte dell’agenzia Central European News, che fornisce notizie straniere alle testate britanniche.

E così i giornali di tutto il mondo, compresi quelli italiani, tra cui anche MeteoWeb, hanno diffuso la notizia della 17enne che, vittima della depressione, aveva ottenuto l’eutanasia. In realtà non è così, ma Noa ha comunque deciso che la sua vita non valeva più la pena di essere vissuta in condizioni simili e ha trovato un altro modo per porvi fine a soli 17 anni. E il tutto è nato da quelle violenze ripetutamente subite, un problema non certo meno grave di altre forme di violenza che sta diventando sempre più preoccupante e dilagante nella società e che, come dimostra la tragica storia di Noa, può avere conseguenze irreparabili.

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