“Ci sono nuovi sviluppi nella gestione del cancro alla tiroide, come quelli offerti da una classe di farmaci, gli inibitori della tirosin chinasi, utilizzati sempre più spesso su pazienti affetti da cancro alla tiroide con malattia avanzata, tipicamente metastatica, per aiutare a controllare la diffusione e la crescita delle metastasi del cancro tiroideo“, ha spiegato Gregory Randolph docente di Oncologia chirurgica della tiroide presso la Harvard Medical School, in occasione del “World Congress on Thyroid Cancer 3.5“, che si chiude oggi a Roma.
“Alcuni di questi agenti chemioterapici – riferisce – si sono dimostrati più efficaci in determinati casi: se il tumore ha un determinato insieme di mutazioni, ora abbiamo una crescente capacità di personalizzare la terapia chemioterapica basata sull’anomalia mutazionale che è presente nel tumore. Si tratta di sviluppi molto interessanti nel campo dell’oncologia“. Randolph ha dichiarato di essere “orgoglioso di poter collaborare con i colleghi italiani Rocco Bellantone e Celestino Lombardi del Policlinico gemelli di Roma e con la loro rinomata unità chirurgica“.
Randolph ha parlato anche delle nuove linee guida per la chirurgia della tiroide con particolare attenzione al monitoraggio del nervo: “Uno degli aspetti chirurgici di cui stiamo discutendo al congresso riguarda le nuove linee guida per il monitoraggio neurale, che prendono le informazioni elettriche del nervo e ci permettono di incorporarle nella strategia chirurgica del caso. Quindi, se durante l’intervento c’è un’alterazione nel segnale elettrico del nervo che porta l’attività elettrica al muscolo della corda vocale, essenziale per la deglutizione e la respirazione, a volte possiamo modificare l’intervento chirurgico per renderlo più ottimale”.