I pescatori siciliani hanno riempito oltre mille sacchi di plastica, ripescata negli angoli nascosti delle isole

"Dallo scorso anno ad oggi, grazie al coinvolgimento di 145 imbarcazioni di pescatori coinvolti nell'attività di monitoraggio abbiamo riempito circa mille sacchi da 115 litri di plastica"
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Dallo scorso anno ad oggi, grazie al coinvolgimento di 145 imbarcazioni di pescatori coinvolti nell’attività di monitoraggio abbiamo riempito circa mille sacchi da 115 litri di plastica raccolta negli angoli più nascosti delle isole siciliane che poi sono stati smaltiti nell’ambito dell’azione ‘Marine Litter‘, grazie a un fondo di 190 mila euro finanziato dall’Unione Europea attraverso la Regione Siciliana“. A dichiararlo oggi è stato il direttore del Gac Flag Isole di Sicilia, Pietro La Porta, durante il workshop organizzato nell’ambito della manifestazione Fishtuna nell’ex Stabilimento Florio di Favignana su “La pesca sostenibile: un valore ambientale e culturale nelle Aree Marine Protette“, al quale hanno partecipato anche Salvatore Livreri Console, direttore dell’Area Marina Protetta Isole Egadi, Franco Andaloro, direttore della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Francesca Cerami di Idimed, Alessandra De Caro della Soprintendenza del Mare, e Matteo Ernandes della Sea, società di gestione dell’energia elettrica nell’isola.

isole eolie sicilia panorama fichi d'indiaAbbiamo coinvolto in un progetto che parte dal basso – ha aggiunto La Porta – quasi tutte le imbarcazioni delle Isole Egadi, Eolie, Ustica e Pantelleria che fanno pesca artigianale per un monitoraggio ambientale che prevede la raccolta di plastica che poi viene smaltita in accordo con i gestori dello smaltimento in collaborazione con gli enti locali. E’ stato un grande successo che terminera’ la prossima primavera ma che vogliamo proseguire a tutela del nostro mare e del nostro pescato“, ha concluso La Porta. “Non esiste dicotomia tra la gestione delle aree marine protette e la pesca sostenibile – ha sottolineato Salvatore Livreriche è un valore ambientale e culturale nelle aree marine protette. Oggi la nostra azione punta alla promozione e al sostegno delle attività tradizionali. Il mare non è più percepito come risorsa da cui estrarre ma luogo da gestire, si punta più sulla qualità che sulla quantità”.

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