Occhi puntati sul cibo spazzatura, dagli improbabili snack ai prodotti confezionati agli alimenti dei fast food frutto della produzione industriale, infatti potrebbero contribuire e non poco al dilagare delle allergie alimentari nei bambini. E’ quanto suggerisce uno studio italiano che sarà presentato oggi al 52esimo Meeting Annuale della European Society of Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (ESPGHAN) a Glasgow.
Lo studio ha preso in osservazione un campione di bambini tra 6-12 anni ed è stato condotto All’Università Federico II di Napoli da Roberto Berni Canani, direttore del Centro di Allergologia Pediatrica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università partenopea. Sotto accusa ci sarebbero i cosiddetti – prodotti avanzati della glicosilazione cioè della reazione tra uno zucchero, come il fruttosio o il glucosio, e una proteina – o AGEs di cui è, appunto, carico il cibo industriale, già riconosciuti in precedenti lavori come potenzialmente nocivi per la salute.
In questo lavoro gli esperti hanno constatato che gli AGEs sono presenti ed in grande quantità nella pelle dei bambini affetti da allergie alimentari, ad esempio al latte o alle uova solo per citarne alcune. Al contrario dei coetanei senza allergie o con forme allergiche respiratorie ma non alimentari. I quali non presentavano questo eccesso di AGEs sottocute. Vi è dunque una possibilità che gli AGEs favoriscano l’insorgere delle allergie alimentari alterando le pareti dell’intestino, inducendo infiammazione e risposta allergica a livello del sistema immunitario intestinale.