Incidenza di tumori alla mammella, asma e una prevalenza di nati pretermine
. Sono queste le tre patologie che presentano una maggiore incidenza per la popolazione dell’area della Campania nota come Terra dei fuochi, come emerso nei primi tre anni dello studio sull’impatto sanitario degli smaltimenti e delle combustioni dei rifiuti svolto dall’Istituto superiore di sanità su mandato della procura di Napoli Nord per comuni tra la provincia di Napoli e Caserta del circondario di competenza della procura aversana. I dati sono stati resi noti dal procuratore Francesco Greco che ha precisato che lo studio non e’ stato in grado ancora di portare alla luce un nesso di causalità tra fenomeni di inquinamento ambientale e malattie, ma bensì una correlazione.
“Da questi dati – spiega Greco – possiamo partire per approfondire sia come trattarli sotto il profilo giurisprudenziale che per formare un pool di magistrati che si occupi esclusivamente delle bonifiche“. Lo studio ha riguardato un territorio di 38 comuni con una popolazione di circa un milione di persone e interessato dalla presenza di 2767 siti di smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali. I comuni sono stati divisi in quattro classi, dalla prima classe alla quarta, di valore crescente in base alla pericolosità; il valore massimo, il 4, è stato assegnato all’area di Giugliano e Caivano.
Dallo studio, risulta che 354.845 abitanti di questi 38 comuni risiedono entro 100 metri da almeno un sito di smaltimento. Nell’area in esame si sono osservati sia per gli uomini che per le donne eccessi di mortalita’ (periodo 2008-2015) e di incidenza (2008-2012) per tutti i tumori. La mortalita’ per i tumori alla mammella e’ significativamente maggiore nei comuni inclusi bella terza e quarta classe.
Idem per l’ospedalizzazione per asma e i bambini nati pretermine. Non si sono registrati, invece, eccessi per le malattie oncologiche nella fascia pediatrica e adolescenziale tranne che per i tumori del tessuto linfoematopoietico nella fascia di eta’ 0-14 anni. Ma singoli comuni presentano eccessi di singole patologie che saranno oggetto di futuri approfondimenti. I dati finora raccolti, come hanno specificato magistrati e tecnici dell’Iss, non sono in grado di mostrare una nesso casuale tra le patologie e l’inquinamento, ma mostrano eccessivi evidenza di correlazione che dovra’ meglio essere approfondita e sono, dunque, un punto di partenza che finora non c’era mai stato.
Per la procura di Napoli Nord, “e’ auspicabile estendere lo studio a tutti i Comuni delle province di Napoli e Caserta (con l’esclusione dei due capoluoghi, le cui caratteristiche demografiche non sarebbero compatibili con il disegno di studio adottato), in modo da disporre di un’adeguata proporzione di Comuni privi di siti di abbandono incontrollato e di combustioni, che rappresenterebbero il riferimento interno dell’analisi verso cui effettuare gli opportuni confronti“.
LaPresse/Marco CantileL’Istituto Superiore di Sanità si è reso disponibile a estendere il lavoro in questa direzione, confermando il quadro della collaborazione con i Registri Tumori e il Registro Malformazioni della Campania. dal punto di vista investigativo, sottolinea Greco, la procura, grazie a questo studio e alla mappa delle patologie che fornisce, potrà fondare le proprie priorità investigative su basi scientificamente validate e di aggredire i focolai di esposizione a rischio da considerarsi più pericolosi per la salute delle comunità. L’attività d’indagine sarà anche indirizzata alla verifica dei presupposti per l’eventuale contestazione delle fattispecie di delitto introdotte dalla legge 68/2015, e in particolare del reato di omessa bonifica.