Caldo e idratazione: tante curiosità e falsi miti su acqua del rubinetto e acqua frizzante

Acqua del rubinetto e acqua frizzante: sfatiamo tanti falsi miti, tante curiosità, domande e risposte
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Il caldo impazza, siamo nel pieno di un’altra settimana “africana”. E’ davvero importante per tutti ricordarsi di adottare una serie di accorgimenti per difendersi per quanto possibile dalle alte temperature e dall’afa: uscire nelle prime ore del mattino o la sera, indossare abiti larghi e freschi di cotone o lino, mangiare molta frutta e verdura e cosa importantissima bere tanta acqua. L’idratazione è alla base delle regole di sopravvivenza anti caldo.

La bevanda migliore? Certamente l’acqua. Da consumare con frequenza durante la giornata, quando si sente sete significa che è già in atto uno stato di disidratazione. La temperatura, fresca ma non ghiacciata per evitare shock termico allo stomaco, soprattutto durante o subito dopo i pasti.

E per limitare spese e sforzi, via libera all’acqua del rubinetto. Basta metterla in frigo un’ora prima in brocche o bottiglie di vetro e per renderla più sfiziosa la si può gasare a proprio gusto usando un gasatore domestico e aggiungere foglie di menta o frutta fresca per aromatizzarla.

I falsi miti sull’acqua del rubinetto (a cura di Samantha Biale, nutrizionista).

1) È vero che l’acqua del rubinetto non è “sicura”? FALSO!

La prima condizione di un’acqua potabile è l’assoluta sicurezza per la salute, garantita già dalla falda. L’acquedotto e la rete vengono monitorati costantemente per verificare il rispetto scrupoloso dei parametri microbiologici, chimici e fisici stabiliti per legge. Tutti la possono bere con tranquillità. Conoscere le caratteristiche dell’acqua di casa è semplice: basta richiederle al proprio Comune. Leggendo i parametri, ci si accorgerà che ha sempre un ottimo equilibrio idrosalino.

2) È vero che l’acqua del rubinetto viene “trattata” chimicamente? FALSO!

Come si è detto, l’acqua di casa deve essere salubre, a garanzia della salute pubblica: in molti casi lo è di natura perché nasce già pura dalla falda, in altri viene aiutata per esserlo con metodi “fisici” semplici e innocui per la salute come i filtri a carbone attivo, i raggi Uv e le torri di areazione. L’unico mezzo chimico talvolta utilizzato è il cloro, ma in quantità assolutamente ininfluenti per la salute, grazie al rispetto dei limiti di legge che, in Italia, sono molto bassi. Ricordiamo che il cloro è un oligoelemento indispensabile per l’organismo (abbonda nei succhi gastrici) e presente naturalmente in molti cibi come il comune sale da cucina, olive e legumi.

3) È vero che l’acqua di rubinetto ha un cattivo sapore? Falso!

Si tratta di una percezione assolutamente personale. Alcune persone si lamentano per il sentore di cloro, ma si tratta di un difetto risolvibile: per eliminarlo basta raccogliere l’acqua in una brocca e lasciarla decantare per qualche minuto. Essendo un elemento volatile, si disperderà facilmente nell’aria, scomparendo dall’acqua.

4) È vero che bisogna preoccuparsi se l’acqua del rubinetto esce biancastra? Falso!

Questo fenomeno è dovuto alla presenza di microscopiche bollicine di aria che si formano per l’elevata pressione con cui l’acqua passa negli impianti (una forte pressione serve per fare arrivare l’acqua ai piani più alti delle case). Bastano pochi secondi nel bicchiere e le micro-bollicine scompariranno, lasciando l’acqua limpida.

5) È vero che l’acqua di rubinetto è ricca di calcare, dannoso per la salute? Falso!

Il calcare è composto da calcio e magnesio che, non solo non fanno male, ma anzi contrastano l’osteoporosi. Gli studi clinici hanno addirittura messo in luce che c’è una correlazione positiva tra la durezza dell’acqua e la minor incidenza di problemi cardiovascolari.

6) È vero che l’acqua del rubinetto è “pesante” e si digerisce male? Falso!

In Italia, la maggior parte degli acquedotti eroga un’acqua classificabile come “oligominerale” ovvero con un residuo fisso che va da 50 mg/l a 500 mg/l, e quindi piuttosto leggera. Quanto alla digestione, non esiste un’acqua indigeribile! L’acqua non richiede l’intervento di succhi gastrici né enzimi digestivi.

7) È vero che l’acqua del rubinetto ha molto sodio? Falso!

La maggior parte delle acque potabili ha un contenuto medio-basso di sodio. In ogni caso, la quantità fornita dall’acqua ha un impatto irrilevante rispetto a quella assunta attraverso gli alimenti. Basti pensare che una scatoletta di tonno o una mozzarella ne apportano già 2.5 grammi, mentre per assumerne la stessa quantità, attraverso l’acqua, ne servono circa 15 litri!

Acqua frizzante – Qualche luogo comune da sfatare: domande e risposte

  1. L’acqua frizzante fa male?

Non esiste alcun tipo di conferma scientifica al fatto che l’acqua addizionata con anidride carbonica dia problemi all’organismo, al contrario presenta le stesse caratteristiche, proprietà e benefici dell’acqua naturale. La scelta di consumare o meno acqua frizzante è semplicemente una questione di gusti personali. Parlando invece nello specifico di bevande gasate, non è il gas contenuto che può dare problemi quanto la grande quantità di zuccheri presenti. In ogni circostanza l’importante è non esagerare con le quantità.

  1. L’acqua frizzante ha più calorie dell’acqua naturale?

Nell’acqua frizzante, così come nell’acqua naturale, non ci sono calorie, principali responsabili dell’aumento di peso. L’acqua addizionata con anidride carbonica può essere quindi assunta tranquillamente nell’ambito di un regime dietetico ipocalorico, in quanto non solo non incrementa il senso di fame ma contribuisce alla percezione della sazietà da parte dell’organismo.

  1. L’acqua frizzante gonfia la pancia?

All’anidride carbonica in passato sono state attribuite diverse “colpe”, soprattutto a carico del tratto gastro-intestinale. Questi luoghicomuni sono stati smentiti in particolare da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Nutrition, Metabolism e Cardiovascular diseases”, che in Italia fa riferimento alla Società di Diabetologia e Malattie del Metabolismo. Viene confermato che l’anidride carbonica esercita una leggera azione stimolante sulla produzione gastrica di acido cloridrico, che può aiutare le persone che soffrono di digestione lenta. Anche in caso di reflusso esofageo non ci sono evidenze per ritenere che le bollicine promuovano o peggiorino il disturbo:  insomma, tranne casi particolari, sembra non ci siano motivi per privarsi del piacere dell’acqua frizzante.

  1. L’acqua frizzante può favorire l’effetto di sazietà?

Sì. In pratica accade il contrario di quanto si crede, ovvero che l’acqua frizzante farebbe gonfiare la pancia e farebbe ingrassare. Il gas al contrario esercita una pressione in grado di favorire lo svuotamento dello stomaco e il transito di cibo nell’intestino.

  1. L’acqua frizzante è adatta a tutti?

In linea generale l’acqua frizzante può essere assunta da tutti, l’importante è, come tutte le cose, non esagerare con le quantità. Gli unici soggetti che dovrebbero limitarne l’assunzione sono coloro che soffrono di ipersecrezione acida e di gonfiore gastrico associato ad aerofagia. In questi casi l’acqua deve essere assunta a piccoli sorsi per non incrementare la quantità di gas inghiottito.

Altre informazioni e curiosità sull’acqua frizzante

  • L’acqua frizzante ridurrebbe il rischio cardiovascolare nelle donne in post menopausa: l’analisi, condotta da Stefanie Schoppen e pubblicata sul “The journal of nutrition” ha indagato gli effetti che l’acqua frizzante può avere sul rischio cardiovascolare nelle donne in post menopausa. Un campione di donne è stato invitato a bere un litro di acqua naturale al giorno per altri due mesi. Dopo aver bevuto acqua gasata è stato riscontrato nelle donne un calo del 6,8% del colesterolo totale, un calo del 14,8% del colesterolo LDL e un aumento del 14,8% del colesterolo “buono” HDL.
  • Una ricerca condotta dal Dipartimento di Nutrizione e Metabolismo del Consiglio Superiore delle Ricerche Scientifiche di Madrid ha rivelato che bere un litro di acqua minerale al giorno abbassa in modo significativo i livelli di colesterolo nel sangue. In particolare al termine della ricerca è emerso che l’acqua minerale frizzante aveva provocato nei pazienti un abbassamento del livello di colesterolo. In particolare i livelli di colesterolo LDL erano scesi mediamente del 15% mentre era salita del 9% la quantità del colesterolo HDL che protegge le arterie.
  • La presenza di anidride carbonica rende l’acqua frizzante più sicura da un punto di vista igienico per l’azione batteriostatica svolta dalla CO2.
  • L’acqua frizzante, se assunta a digiuno, tampona l’acidità gastrica.
  • L’acqua frizzante è utile per una buona digestione: grazie alla presenza di bollicine infatti tende a dilatare le papille gustative, favorendo una maggiore sensazione di freschezza. Sviluppa inoltre un particolare effetto sulle pareti gastriche: assunta prima dei pasti, smorza il senso della fame, favorendo l’assimilazione di minori quantità di cibo. Per questa specifica caratteristica l’acqua frizzante viene preferita dai soggetti che seguono un’alimentazione rigida e che vogliono perdere peso.
  • Se assimilata tra un pasto e l’altro, l’acqua frizzante stimola la secrezione dei succhi gastrici funzionali al processo digestivo. Grazie alla presenza di anidride carbonica, l’acqua frizzante risulta essere particolarmente indicata per quei soggetti che soffrono di problemi digestivi. In questo caso la funzione di anidride carbonica è di stimolare l’acido cloridrico che favorisce il processo digestivo.
  • Bevuta negli intervalli tra le portate, l’acqua frizzante rinfresca il palato, preparandolo ai vari passaggi tra un sapore e l’altro.
  • Bevuto al posto di un caffé, un bicchiere di acqua frizzante può aiutare a contrastare il senso di stanchezza e affaticamento.

Acqua frizzante? Sì, ma dal rubinetto

Sfatiamo un altro luogocomune: bere acqua del rubinetto fa male? Assolutamente no: l’acqua del rubinetto in Italia è buona e sicura. Eppure in Europa nessuno batte gli italiani in fatto di sfiducia nell’acqua pubblica, la quale in realtà è assolutamente ingiustificata. Lo dimostra una ricerca condotta per conto di Altroconsumo, realizzata prelevando 35 campioni di acqua da altrettante fontanelle pubbliche in tutti i capoluoghi di regione e in altri centri particolarmente popolosi.

Il risultato è stato chiaro: in Italia l’acqua del rubinetto è buona e di alta qualità. Pochi sanno che tutte le virtù dell’acqua decantate da molte pubblicità sono comuni a gran parte dell’acqua potabile di rubinetto, che per inciso è oligominerale nella grande maggioranza dei casi e non ha tutto il calcio e il sodio che si vuole far credere.

In particolare non bisogna dimenticare che per diversi parametri (come alluminio, vanadio e ferro) esistono limiti di legge vincolanti e stringenti per l’acqua del rubinetto, la quale è soggetta a parecchie restrizioni e controlli severi e frequenti. Si tratta di parametri fissati per tutelare la salute dei cittadini, il cui rispetto è certificato dalle ASL. Insomma, l’acqua del rubinetto, per la sua qualità, è un patrimonio prezioso da preservare.

La Commissione Europea a questo proposito ha imposto stop a tutte le deroghe del caso, costringendo di fatto gli acquedotti italiani a mettere in atto interventi mirati per rendere potabile e igienicamente sicura l’acqua consegnata ai cittadini. Così in molte regioni la situazione è progressivamente migliorata, a dimostrazione che la questione della non conformità dei valori ai parametri di qualità può essere affrontata e risolta con investimenti e interventi opportuni, senza ritardi.

Le acque potabili più apprezzate e sicure dal punto di vista igienico, e più ricche di minerali sono quelle provenienti da falde acquifere profonde, e in Italia il 70% delle acque potabili ha questa origine. Tuttavia, per sopperire ai crescenti bisogni di acqua potabile dei centri abitati più popolosi spesso si è costretti ad attingere a falde più superficiali, a fiumi e laghi. Per esempio l’acquedotto di Ferrara preleva acqua dal fiume Po, mentre quello di Como ha come principale fonte di approvvigionamento l’acqua del lago omonimo. Queste acque richiedono maggiori trattamenti per la loro depurazione e potabilizzazione, con l’aggiunta di cloro, il cui retrogusto tuttavia scompare rapidamente.

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