“Serve un intervento definitivo del legislatore per tutelare i cittadini senza compromettere le opportunità di sviluppo del settore con centinaia di aziende agricole che hanno investito nella cannabis e i terreni coltivati in Italia che nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 stimati per il 2018, nelle campagne dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna“: lo afferma la Coldiretti nel commentare le motivazioni della sentenza emessa a fine maggio dalle Sezioni Unite della Cassazione sui limiti della legge 242 del 2016 che, tra l’altro, osserva che “resta ovviamente salva la possibilità per il legislatore di intervenire nuovamente sulla materia, nell’esercizio della propria discrezionalità e compiendo mirate scelte valoriali di politica legislativa, cosi da delineare una diversa regolamentazione del settore che coinvolge la commercializzazione dei derivati della cannabis sativa nel rispetto dei principi costituzionali e convenzionali“.
“La coltivazione della cannabis – conclude la Coldiretti – riguarda in Italia anche esperienze innovative, con produzioni che vanno dalla ricotta agli eco-mattoni isolanti, dall’olio antinfiammatorio alle bioplastiche, fino a pasta, biscotti e cosmetici.”
Cannabis, Coldiretti: “Serve chiarezza, i terreni coltivati sono aumentati 10 volte”
Centinaia di aziende agricole hanno investito nella cannabis in Italia
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