Quanti di noi si sono improvvisamente preoccupati guardandosi allo specchio e realizzando che mancano davvero pochi giorni ai primi bagni di mare. E alla drammatica “prova costume.” Occorre fare in fretta e provare a buttare giù qualche chilo: riviste e siti web offrono tante diverse opzioni, alcune credibili, altre chiaramente campate per aria…
Le diete proposte alla fine funzionano davvero? A rispondere, analizzandole una ad una, è il sito anti-fake news “Dottore ma è vero che…?” (dottoremaeveroche.it) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo).
Quali diete sono proposte come “soluzioni veloci” al problema del peso?
Segui la dieta del limone e perderai tre chili in una settimana: in questo caso, le parole chiave sono “potere drenante” (attribuito ovviamente al limone), effetto detox, contrasto alla ritenzione idrica. Il limone è ovviamente onnipresente, spremuto in un bicchiere di acqua tiepida di primo mattino e sopra ai cinque frutti rossi a colazione (mi raccomando: cinque: non uno di più o di meno) o usato come condimento dell’insalata di legumi da consumare all’ora di pranzo e del pesce magro da mangiare a cena, prima di un nuovo appuntamento con l’acqua riscaldata che chiuderà una giornata dieteticamente da dimenticare.
Dieta del riso: di nuovo, drenaggio e programma depurativo, per “sgonfiarsi” e perdere 5 chili in 9 giorni. Riso, riso, riso: accompagnato con carne bianca e verdure lesse o cotte a vapore. Senza contare le proprietà del riso rosso, alternativa “naturale” alla terapia con statine per contrastare i livelli di colesterolo. A proposito, gli studi condotti per valutare gli integratori a base di riso rosso fermentato nel trattamento dell’ipercolesterolemia sono per lo più metodologicamente poco affidabili perché condotti su un numero ridotto di persone e di breve durata [1] e, più in generale, i componenti del riso rosso fermentato sono del tutto simili a quelli di alcuni prodotti farmaceutici, al punto di essere stato vietato il commercio da parte della Food and Drug Administration, l’agenzia regolatoria statunitense per i medicinali [2].
Tornando alla dieta del riso, è il caso di sottolineare che il riso non è di per sé un alimento che facilita il dimagrimento. “Una determinata porzione di riso fornisce in sostanza le stesse calorie di una analoga porzione di pasta” spiega il nutrizionista Marcello Ticca [3]. “Il problema principale, per entrambi questi due ottimi alimenti, sono semmai il tipo e la quantità dei condimenti con i quali li arricchiamo: insomma, ‘dietetico’ non è in sé il riso come non lo è la pasta, ma piuttosto scegliere la ricetta giusta e avere la mano leggera nel condire e nel riempirsi il piatto…”.
Dieta della banana: inventata da una farmacista giapponese – Sumiko Watanabe – e dal marito Hamachi, suggerisce di iniziare la giornata mangiando una banana. Chi avesse ancora fame dovrebbe farsene una ragione. Per il resto, si può mangiare di tutto, salvo alzarsi da tavola quando si è sazi all’80 per cento. Come si fa a stabilire quando si è sazi all’80 per cento? Bella domanda, alla quale gli inventori della dieta della banana non danno ovviamente risposta.
Queste diete rapide “funzionano”?
Alcune possono avere un effetto, semplicemente perché motivano a mangiare di meno [4]. “Il risultato” spiega Ticca “può anche essere quello di perdere parecchio peso sulla bilancia (ma non necessariamente parecchio tessuto adiposo) e anche in tempi brevi. Un particolare, questo della rapidità, che fra l’altro non è affatto un risultato da celebrare. Infatti tutti gli specialisti ‘seri’ concordano sul criterio che un corretto regime dimagrante equilibrato e variato, capace quindi di migliorare in modo durevole le abitudini alimentari, debba essere costruito in modo da determinare un deficit energetico quotidiano medio, rispetto alle reali necessità, di circa 700-800 chilocalorie, 1.000 al massimo. Il risultato atteso in termini di perdita di peso oscillerà quindi fra il mezzo chilo e il chilo a settimana, in relazione sia alla spesa energetica supplementare derivante dalla indispensabile maggiore attività motoria, sia alla capacità di adattamento del metabolismo del singolo soggetto.”
Perché è così facile riprendere i chili persi?
Una cosa importante da tenere presente quando ci guardiamo allo specchio: avere a che fare con le “maniglie dell’amore” e con i problemi che derivano da un’alimentazione eccessiva è una novità, se guardiamo alla storia dell’umanità e non alla nostra esistenza. “La nostra fisiologia non è fatta per difenderci dall’obesità – spiega Francesca Martinato, biologa che da anni si occupa di alimentazione – basti pensare quanto è facile perdere i primi 2-3 chili sottostando a una rigida dieta. Poi? Che cosa succede? Perché diventa così difficile far scendere l’ago della bilancia al di sotto di quei due o tre chiletti? La ragione è che il nostro corpo si difende cercando di impedire di perdere altro peso, anche se siamo in sovrappeso o peggio ancora se siamo obesi, perché ha imparato nei secoli, dal punto di vista evolutivo, a difendersi dal peggio, come per esempio sopravvivere alle carestie” [5].
Ecco perché i primi chili persi si recuperano spesso con molta facilità, anche perché il corpo reagisce mettendo in atto situazioni che minimizzano il consumo di calorie o aumentano il senso di stanchezza e quello dell’appetito.
E se… digiunassi?
Un giorno di digiuno non fa male a una persona sana, prova ne è che quasi tutte le religioni lo hanno proposto (o imposto) ai propri fedeli o adepti, senza particolari problemi. “Ma se il digiuno si deve protrarre più a lungo” spiega Eugenio Del Toma, noto nutrizionista e presidente emerito della Associazione italiana di dietoterapia e nutrizione “le cose cambiano radicalmente, perché la moderna dietetica è diventata, per fortuna, più attenta alla qualità che non alla quantità del peso perduto. Un sano dimagrimento è ben diverso dall’inflaccidimento e dal deperimento che conseguono a un periodo di semi-digiuno. Nella foga di reperire rapidamente quell’energia che non proviene più dagli alimenti l’organismo non esita a bruciare con i grassi anche una parte delle sua preziose proteine. Qualcosa di simile a quanto farebbe in una baita di montagna chi, trovandosi a corto di legna, non esiterebbe a gettare nel camino anche i mobili pur di non morire congelato” [6].
Cosa fare, dunque, in vista della “prova costume”?
Uno specialista coscienzioso, spiega Del Toma, proporrebbe “solo dimagrimenti lenti, non più di 3-5 chili ogni mese.” Il sospirato momento di indossare il costume da bagno può davvero rappresentare un appuntamento preoccupante ma il segreto è quello di programmare in tempo la perdita di qualche chilo di troppo. Chi si accorgesse di aver fatto tardi ha due possibilità: rinviare il tuffo oppure accettare il proprio aspetto, ripromettendosi comunque un comportamento più virtuoso una volta tornati dalla spiaggia…
Bibliografia
- 1 . Kasliwal RR, Bansal M, Gupta R, et al. ESSENS dyslipidemia: a placebo-controlled, randomized study of a nutritional supplement containing red yeast rice in subjects with newly diagnosed dyslipidemia. Nutrition. 2016;32:767-76
- 2 . Burke FM, “Red yeast rice for the treatment of dyslipidemia”. Curr Atheroscler Rep 2015; 17: 495
- 3 . Ticca M, “Miraggi alimentari”. Roma-Bari: Laterza, 2018
- 4 . Schweitzer L, “The morning banana diet”. WebMD 2019; 14 febbraio
- 5 . Martinato F, “La nutrizione consapevole”. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2012
- 6 . Del Toma E, “Vivere senza dieta”. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2010